Una storia d’amore scritta in un racconto, poi ricalcata a sorpresa dalle cronache e ancora ripresa in un libro, ora in uscita: si chiama "Penny" ed è il nuovo thriller di Sara Bontempi (Atile edizioni), autrice originaria della Lombardia ora residente in riva al Golfo, che torna alle stampe dopo aver pubblicato libri dedicati alla cucina e il romanzo d’esordio "Il bacio sulla fronte": una storia dedicata alla memoria che ha recentemente ottenuto il riconoscimento di merito "Spunti di analisi e dialettica" al XII premio letterario internazionale di poesie e narrativa Città di Sarzana.
Penny e Marvin sono due anime solitarie – oggi li definiremmo single – sono i protagonisti di una storia d’amore travolgente: una relazione che sembra perfetta, un’oasi di felicità e serenità, ma che è destinata a culminare in tragedia. Lui è, infatti, un sonnambulo, una condizione insolita, che affascina lei: lo ritiene, infatti, un’ulteriore prova della complessità e della profondità del suo compagno, ma man mano che il rapporto va avanti, diventa chiaro come questo potrebbe esser ben più di un disturbo. Ed è l’imprevedibile a dimostrarlo: proprio mentre è immerso in questo stato, Marvin uccide la compagna.
Una tragedia che da un’iniziale atmosfera rosa, fa svoltare il libro nel "thriller psicologico originale e imprevedibile" scrive l’editor Daniela Merola nella prefazione: un genere che si innesta nel genere e che fa intraprendere all’autrice un viaggio emozionante e avvincente nel cuore dell’amore e dell’inconscio umano, dove le pulsioni nascoste e i segreti più oscuri possano minacciare anche i legami più forti.
"Tutto è partito qualche anno fa con un racconto che avevo scritto in omaggio a Stephen King, il mio scrittore preferito da quando ho 15 anni – spiega Bontempi - : il protagonista era un sonnambulo e si chiamava Penny, da Pennywise, il nome originale del pagliaccio di "It". L’ho tenuto da parte, poi, con mia grande sorpresa mi sono imbattuta in una notizia: un uomo aveva ucciso la moglie durante il sonnambulismo – condizione che avevo conosciuto da piccola e mi impauriva - , così ho ripreso in mano il mio racconto, intitolato "Ti amo da morire" e ne ho fatto un romanzo".
Un libro snello, di un centinaio di pagine, concepito come un’opera da mettere alla portata di tutti: semplice, ma non per questo meno avvincente.
Chiara Tenca