MATTEO MARCELLO
Cronaca

Con lo scooter nel canale dopo l’incidente. Postina morta annegata, dirigente a processo

Nel mirino della procura la scarsa tenuta e manutenzione del parapetto laterale. Prosciolti altri tre funzionari del Comune di Sarzana

Il ritrovamento del corpo sulla spiaggia di Marina di Carrara il 23 gennaio 2021

Il ritrovamento del corpo sulla spiaggia di Marina di Carrara il 23 gennaio 2021

La Spezia, 8 gennaio 2025 – Un dirigente comunale a processo, altri tre prosciolti da ogni accusa. La prima svolta nell’inchiesta sulla morte di Elisa Bongiorni, la postina cinquantenne di Castelnuovo Magra morta nel gennaio di quattro anni fa, è arrivata ieri con il pronunciamento del giudice per l’udienza preliminare, Marinella Acerbi, che ha rinviato a giudizio Giovanni Mugnani, 57 anni, dirigente del Comune di Sarzana, prosciogliendo dalle accuse gli altri tre indagati, all’epoca dei fatti dirigenti e funzionari del medesimo Comune: Franco Talevi di 73 anni, Stefano Mugnaini di 71 anni, e Andrea Donati di 49 anni. Tutti erano accusati di omicidio colposo, nell’ambito delle indagini condotte dal sostituto procuratore Claudia Merlino, nell’arco delle quali ha avuto luogo anche un lungo incidente probatorio chiamato a fare luce sulle cause che hanno portato al decesso della cinquantenne postina. Una morte assurda, quella di Elisa Bongiorni, avvenuta il 22 gennaio del 2021. Una giornata caratterizzata da forti temporali, durante la quale la donna, a bordo del suo scooter Honda 125, attorno alle 17 aveva lasciato Sarzana – dove aveva incontrato la sorella – per recarsi nella sua abitazione di Castelnuovo Magra. La tragedia è avvenuta sulla variante Aurelia – strada di competenza del Comune di Sarzana dall’estate del 2023 –, quando la donna perse il controllo dello scooter andando a impattare “a moderata di velocità” il parapetto laterale in muratura e barre d’acciaio posizionato sull’argine destro del canale Albachiara, che, cedendo, non aveva impedito alla donna di cadere nel canale assieme al motociclo.

Canale che, in piena a causa delle forti piogge di quei giorni, non diede scampo alla donna: morta per annegamento, il suo corpo venne trascinato dalla furia dell’acqua fino al fiume Magra e, da lì, al mare. La poveretta fu ritrovata qualche giorno dopo, il 24 gennaio, sulla spiaggia nei pressi del bagno Sirena di Marina di Carrara, mentre il giorno dopo, lungo il canale sarzanese, venne ritrovato anche lo scooter. Secondo l’accusa, al momento della collisione dello scooter quel parapetto “non aveva alcuna capacità contenitiva” in quanto non era collegato al montante del guard rail metallico posto a bordo ponte, ma anche perché il pilastro in calcestruzzo del parapetto “era gravemente lesionato e di fatto composto da due parti strutturalmente separate e appoggiate una sull’altra”. Per ciascuno degli indagati, la procura spezzina aveva individuato imprudenza e negligenza consistite nell’avere omesso – ciascuno nel proprio periodo di operatività – di disporre attività di controllo, manutenzione e messa in sicurezza della barriera posta a protezione del canale Albachiara nel non averne controllato l’efficienza e la funzionalità, tale che “il parapetto risultava del tutto priva di ogni capacità di contenimento”. Accuse ribadite ieri anche dalla pm Claudia Merlino, che all’esito dell’incidente probatorio ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti i quattro gli indagati, con il collegio difensivo composto da Paolo Francesco Bufano, Daniele Caprara, Francesco Rappelli, Fabio Sommovigo, Emilio Soppelsa e Francesco Frati a chiedere il proscioglimento dalle accuse. Il gup Marinella Acerbi ha rinviato a giudizio solo Giovanni Mugnani, prosciogliendo gli altri tre e approvando la costituzione di parte civile della sorella, del cognato e dei nipoti della Bongiorni, tutti assistiti dall’avvocato Alessandro Silvestri. Il processo inizierà il prossimo 25 marzo davanti al giudice Mario De Bellis.