
Un'immagine dell'attività di campionamento dell'Arpal
Sarzana, 9 marzo 2025 – Più sorveglianza e maggiore informazione. Ben venga, poi, una più efficace difesa dell’ambiente. A patto, però, che sia legata alle produzioni locali nell’ottica della sostenibilità. Sono piuttosto chiare le indicazioni emerse dal sondaggio condotto dal Parco Montemarcello Magra Vara all’interno del progetto VaRiAbioMa, acronimo di Valorizzazione e Ripristino Ambientale della Biodiversità di Marinella. Un progetto, della durata di un anno, partito lo scorso ottobre che si sviluppa lungo due percorsi paralleli. Uno tecnico scientifico, che porterà alla mappatura delle specie animali che abitano la Piana di Marinella e alla definizione di azione di tutela di habitat e specie. L’altro che interessa l’area socio-economica e mira ad elaborare, attraverso il coinvolgimento delle attività che operano sul territorio, buone pratiche per la salvaguardia del benessere economico e della biodiversità.
Per attivare questo innovativo e prezioso coinvolgimento, il Parco ha pensato a una serie di incontri di conoscenza, confronto e scambio di idee e visioni. Il primo, un convegno dal titolo “Monitoraggio delle componenti biotiche e stato di conservazione nella piana di Marinella”, si tenuto a Sarzana il 27 febbraio. È lì che è stato avviato il sondaggio, con la distribuzione di un apposito questionario. Sedici domande a cui hanno risposto trentasette dei circa cinquanta partecipanti: 23 studenti (prevalentemente dell’Istituto agrario Arzelà), 2 stakeholders (una struttura ricettiva e di prodizione agricola e una struttura alberghiera e di ristorazione), 12 tra associazioni di categoria e del terzo settore. Completato ieri l’esame dei questionari, ecco i risultati.
“Tra le richieste - spiega Gaia Cappellini, biologa, istruttrice tecnico ambientale del Parco - al primo posto si colloca quella di aumentare la sorveglianza. Non solo da parte nostra ma anche delle forze dell’ordine, per contrastare il diffuso abbandono dei rifiuti. La seconda richiesta più segnalata riguarda, invece, la comunicazione sullo stato dell’area, considerata poco efficace e che necessita di attività di informazione e sensibilizzazione più puntuali”.
Positiva la considerazione del Parco, mai segnalato come un ente che limita o può entrare in conflitto con le attività economiche. Al contrario, è quasi unanime la visione di un organismo che dovrebbe assumere un ruolo di unione tra comuni e associazioni, in una forma di cooperazione che dia supporto alle aziende nella promozione del territorio, dei prodotti locali, del turismo sostenibile. “Uno stakeholder - aggiunge Cappellini - ha persino suggerito di realizzare un marchio del Parco che contraddistingua i prodotti coltivati all’interno dell’area, a garanzia del rispetto di precisi criteri di qualità”.
Cosa ne farà Il Parco di questa prima analisi? “È un punto di partenza importantissimo - spiega Cappellini - perché il coinvolgimento di tutti i soggetti che insistono sul territorio è fondamentale per individuare dove e come le attività antropiche possono apportare un valore aggiunto utile alla conservazione dell’ambiente. In questo senso, maggiore è il numero di partecipanti al sondaggio, migliori saranno le risposte che si potranno elaborare. È con questo intento che abbiamo pubblicato il questionario sul nostro sito. Sarebbe molto utile compilarlo e inviarcelo. Noi lo lasciamo lì, nella speranza che si sparga la voce e siano più numerosi possibile gli stakeholder che vorranno rispondere. Ne riparleremo nel secondo convegno che terremo a luglio. E già in quell’occasione cercheremo di dare riscontro ad alcune delle loro richieste e suggerimenti”.
Il questionario è scaricabile all’indirizzo: https://www.parcomagra.it/progetto-va-ri-a-bio-ma-questionario-dindagine/