
Il palazzo di giustizia della Spezia. Il giudice Nella Mori ha condannato la società che gestisce la struttura a risarcire una donna con oltre 85mila euro
La Spezia, 17 marzo 2025 – Era appena arrivata nella casa famiglia da pochi giorni. E da quella struttura aveva tentato subito di allontanarsi, finendo però col rompersi una gamba nel tentativo di scavalcare la recinzione. Per quell’episodio, a distanza di quasi sette anni il Tribunale civile della Spezia ha condannato la società che gestisce una struttura situata in Val di Magra a risarcire con oltre 85mila euro la giovane, all’epoca minorenne, perchè colpevole di non aver adeguatamente vigilato.
La sentenza è stata emessa pochi giorni fa dalla giudice Nella Mori, al termine di una battaglia legale durata cinque anni, nel quale è stata richiesta anche una consulenza tecnica medico legale. L’episodio era accaduto nel maggio del 2018 in una nota struttura della vallata, specializzata nell’accoglienza di tipo famigliare a favore di donne e ragazzi. La giovane, tuttavia, poco tempo dopo l’arrivo nella casa famiglia aveva tentato subito di allontanarsi: nel tentativo di fuggire dalla struttura, scavalcando la recinzione perimetrale del compendio, è caduta da un’altezza di oltre quattro metri, rompendosi tibia e perone.
Immediati furono i soccorsi, con la giovanissima che fu costretta a una lunga degenza e terapie a seguito delle fratture. Nel 2020, con la giovane assistita dall’avvocato genovese Michele Innocenti, l’avvio della causa, con la richiesta di un risarcimento per le lesioni subite, con la giudice Nella Mori che già nel 2023, con sentenza non definitiva, aveva dichiarato la società che gestisce la struttura responsabile dell’evento dannoso occorso alla ragazzina. La seguente consulenza tecnica d’ufficio chiesta dal tribunale, nel certificare il rapporto causale tra il fatto e le lesioni patite e lamentate dalla giovane, ha stimato inabilità temporanea e postumi permanenti connessi con quanto accaduto.
Da qui la sentenza della giudice Mori, arrivata nei giorni scorsi, che ha condannato la società a risarcire la giovane donna 85.046,75 per danno non patrimoniale e o 2.062,75 per danno patrimoniale, oltre alle spese di lite per oltre diecimila euro. A pagare sarà però la compagnia di assicurazione: il tribunale ha accolto la domanda di manleva proposta dalla società che gestisce la struttura nei confronti della propria assicurazione con cui aveva stipulato un contratto per la copertura della responsabilità civile.
Matteo Marcello