Preservare le peculiarità di un’area agricola scampata alla cementificazione ma anche fare i conti con i problemi di viabilità della zona. Queste le principali osservazioni esposte venerdì pomeriggio durante la partecipata assemblea organizzata dai residenti di via Navonella con la presenza di associazioni e forze politiche (tra cui Legambiente, Pd e Sarzana protagonista) e amministrazione, per discutere il progetto privato di Gi.Emme Immobiliare srl per la realizzazione di un centro sportivo. "Basta transitare in via Madonna dei Mari e via Camponesto per accorgersi che le strade limitrofe all’area dove dovrebbe sorgere il centro sportivo sono strette e trafficate già oggi – ha detto Fabrizia Giannini, residente, componente della consulta di Nave –. Il piano regolatore generale è scaduto ma ancora in vigore e destina queste aree all’agricoltura. È vero che è possibile cambiare la destinazione se sussiste l’interesse pubblico, ma in questo caso non c’è".
A entrare nel dettaglio del progetto è statoi Valter Chiappini, uno degli organizzatori: "Non si tratta solo di un progetto che prevede campi da tennis e da padel, un campo pratica da golf e una club house con ristorante e servizi ma anche dell’ampliamento di un progetto edilizio: è previsto anche un complesso di 20 appartamenti bilocali, con piscina e parcheggi sia pertinenziali che pubblici. Il piano regolatore è scaduto da più di 10 anni: nel nuovo piano urbanistico comunale si definiscano finalmente le destinazioni delle aree e non si continui a procedere a colpi di varianti, esattamente come facevano quelli di prima". L’area è importante anche dal punto di vista della biodiversità che sarebbe auspicabile preservare, ha detto il biologo naturalista Fabio Giacomazzi, spiegando che in caso di realizzazione del progetto a rimetterci sarebbero i piccoli invertebrati che oggi filtrano le acque, mantenendole meno inquinate rispetto ad altre.
"Non si tratta di un un progetto esecutivo, siamo ancora nella fase pianificatoria – ha specificato l’assessore all’urbanistica Carlo Rampi –. Un privato ha tutto il diritto di presentare una richiesta di variante, che passa attraverso lo sportello unico delle attività produttive, e l’iter è diverso rispetto a una variante al piano regolatore di iniziativa pubblica come è stato il Botta. Tutti i rilievi sui rischi idraulici, sismici e sulla difesa del suolo vengono fatti dalla Regione, che ha dato pareri positivi con alcune correzioni. È infatti emersa la non regolarità del ponte su San Michele che deve essere demolito". Per gli altri tre ponti della zona è previsto un restauro conservativo, mentre la strada dovrà essere ampliata sino a una larghezza minima di 3,5 metri raggiungendo in alcuni punti addirittura i 5 metri. La pratica del centro sportivo dovrà essere valutata in commissione territorio, primo passaggio politico che avverrà a breve, prima di approdare in consiglio comunale. "Dopo l’adozione – ha concluso Rampi – si aprirà la fase delle osservazioni e controdeduzioni, che potrete avanzare se lo riterrete opportuno".