
Secondo Paolo Magliani, consigliere di Prc, la Nato «si espansa verso est, fino ai confini di Mosca, la più grande potenza nucleare del pianeta»
"Bocciata la mia mozione sullo stop all’invio armi in Ucraina. Occorre una mobilitazione locale per chiedere il disarmo e una politica di pace europea". Il consigliere comunale di Arcola Paolo Magliani (Prc) preme per un’azione importante, non per chiedere più armi ma perché la guerra esca ora e per sempre dalla storia. Nell’ultimo consiglio comunale del 24 febbraio scorso, Magliani, rappresentante del gruppo 14 Luglio ha proposto una mozione che chiedeva al governo italiano lo stop immediato dell’invio delle armi italiane ed europee in Ucraina: "In una guerra per procura della Nato – precisa – che solo ora si è rivelata quella che è: un’inutile strage di vite umane nel nome del capitalismo internazionale. Unica vittima: la classe lavoratrice ucraina e russa, proprio come nel primo conflitto mondiale. Ebbene, il consiglio comunale ha detto no, approvando invece una fotocopia del mio documento a dir poco contraddittoria, dove si attaccava il presidente degli Usa Trump ’colpevole’ di voler chiudere la guerra, cancellando con un colpo di penna la mia richiesta di stop alla corsa agli armamenti europei e aggiungendo una volontà di difesa europea non si capisce da chi, visto che è la Nato in oltre trent’anni ad essersi espansa verso est, fino ai confini di Mosca, la più grande potenza nucleare del pianeta".
La discussione in consiglio è dunque stata accesa. "Il sindaco Paganini – prosegue – poteva risparmiarsi certi paragoni insensati con la nostra Resistenza al nazifascismo e al presidente Pertini. Credo sia importante che ovunque se ne parli, dato che mai ci siamo trovati così vicini a un conflitto nucleare che cancellerebbe l’umanità in pochi attimi. Vorrei tanto capire dove il Pd arcolano, spezzino, ligure e nazionale voglia andare a parare con questa politica bellicista che si ripercuote nelle aule istituzionali". Magliani annuncia: "Sono pronto a presentare una nuova mozione che chieda al nostro governo e al presidente della Repubblica una posizione chiara a favore del disarmo e di una politica di equilibrio e di pace, invece di contribuire ad alimentare tensioni pericolose e potenzialmente devastanti".