REDAZIONE SARZANA

Valorizzare e ripristinare la piana di Marinella. Il progetto dell’ente Parco è pronto a partire

La presidente Landini: "Monitoraggio delle specie esistenti e coinvolgimento delle attività economiche per elaborare linee guida"

La presidente Landini: "Monitoraggio delle specie esistenti e coinvolgimento delle attività economiche per elaborare linee guida"

La presidente Landini: "Monitoraggio delle specie esistenti e coinvolgimento delle attività economiche per elaborare linee guida"

Mappare le specie animali che abitano la piana di Marinella con strumenti innovativi per individuarne anche di nuove. Realizzare una cartografia aggiornata con le informazioni raccolte. Redigere delle schede di azione per la tutela degli habitat e delle specie. Censire le attività socio-economiche e coinvolgerle nell’elaborazione di buone pratiche che salvaguardino il loro benessere e la biodiversità. È corposo, e ambizioso, il progetto "VaRiA-BioMa", acronimo di "Valorizzazione e Ripristino Ambientale della Biodiversità di Marinella". Ideato e condotto dal Parco Montemarcello Magra Vara, partirà dopo ferragosto, durerà circa 20 mesi e interesserà le due aree contigue al Parco istituite dalla Regione nel 2022: oltre 840 ettari splamati tra i comuni di Ameglia, Castelnuovo Magra, Luni e Sarzana. Il costo del progetto è di 110.800 euro, finanziato per il 90% con fondi del Pnrr, cui si aggiune il cofinanziamento del Parco. Tanti elementi innovativi sia per la fase tecnica sia per quella di interazione con le componenti socio-economiche del territorio. Condotto dall’Osservatorio ligure della biodiversità gestito da Arpal, il monitoraggio utilizzerà due tecniche mai sperimentate sul territorio: la eDNA (environmental DNA) e la bioacustica. "La tecnica eDNA - spiega Gaia Cappellini, responsabile del progetto VaRiA-BioMa - consiste nel prelievo di campioni di acqua in cui raccogliere frammenti di DNA che potranno essere ricondotti alle specie di appartenenza. In questo modo potremo sia verificare la presenza delle specie di interesse di conservazione sia individuarne di nuove". Inedito anche l’utilizzo della bioacustica. Utilizzata per monitorare uccelli e pipistrelli, sfrutta rilevatori sul campo e piattaforme informatiche di analisi. Completa l’elenco degli strumenti il fototrappolaggio. Altra novità, forse persino più complessa da realizzare, è il coinvolgimento delle attività economiche del territorio per l’elaborazione di linee guida a tutela di habitat e specie. "Parliamo di un’aera di rilevante interesse naturalistico - spiega Eleonora Landini, presidente dell’ente Parco - con una forte presenza antropica con la quale è indispensabile interagire".

Il progetto prevede una mappatura delle attività socio-economiche: agricoltura, turismo, residenzialità, fruizione del territorio. "Faremo incontri per raccontare il territorio, i suoi habitat e le specie che lo popolano - prosegue Landini - poi passeremo alla condivisione delle problematiche e alla raccolta delle loro esigenze per arrivare ad elaborare delle linee guida ad hoc. Focalizzeremo l’attenzione sullaconduzione dei terreni a sostegno della biodiversità, e sottoporremo ai balneatori strumenti di fruizione meno impattanti". Per esempio? "Pensiamo al progetto ’Adotta una duna’ realizzato negli ultimi anni con le scuole. Una rimodulazione per i turisti di quel laboratorio potrebbe essere un servizio che arricchisce l’offerta dei balneatori e porta beneficio agli ambienti dunali, tanto preziosi quanto minacciati".

Alina Lombardo