Una serra per attività florovivaistiche e due terreni agricoli tra viale XXV Aprile e via Fontananera vanno in vendita giudiziaria dal Tribunale della Spezia, con asta telematica fissata per il 24 maggio. Questo a seguito di una sentenza di pignoramento trascritta nel 2014, nei confronti dell’allora aggiudicataria dell’immobile, decaduta dal diritto di proprietà. Ennesima asta, dopo quella clamorosa per l’edificio che ospita l’hotel Santa Caterina fissata per l’8 aprile prossimo, segno di una crisi che arriva da lontano.
La serra, della superficie commerciale lorda di oltre 5.783 metri quadri, è composta da tre corpi serricoli che necessitano di regolarizzazione edilizia, urbanistica e catastale. In vendita anche un terreno destinato a piazzale di oltre 9mila metri quadri, con percorsi coltivi, porzione di uliveto e costruzioni prive di titolo edilizio abilitativo che in parte dovranno essere quindi demolite e in parte regolarizzate. Compreso anche un ulteriore terreno adiacente di oltre 3 mila metri.
Il valore commerciale dell’immobile calcolato nel 2015 ammontava ad oltre 1 milione di euro poiché venivano prese in considerazione diverse variabili quali l’appetibilità del bene dato dalla sua collocazione n una strada provinciale come viale XXV Aprile, ma anche l’andamento del mercato; con una seconda perizia del 2017 il valore dell’immobile è sceso a 940 mila euro. Adesso chi si aggiudicherà il bene potrebbe accaparrarsi serra e terreni con un notevole risparmio dal momento che il prezzo è stato stimato per 253.153 euro, con offerta minima di 189 mila 864 euro e con rialzo minimo di 5 mila e 100 euro. Bisogna però considerare che chi si aggiudicherà l’immobile commerciale dovrà provvedere a tutta una serie di spese accessorie volte a regolarizzare le difformità: 55 mila euro è la cifra stimata per provvedere alla regolarizzazione edilizia della serra e degli impianti tecnologici che presentano criticità alta. Per la regolarizzazione catastale serviranno invece 2 mila euro. A mancare anche la conformità tecnica degli impianti che prevede una spesa di 15 mila euro dal momento che la fossa esistente non è dotata di autorizzazione per lo scarico delle acque reflue e l’impianto di riscaldamento delle serre deve essere regolarizzato e collaudato per quanto concerne la prevenzione degli incendi.
Elena Sacchelli