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I primi dati 2025 dell’associazione Vittoria. Tendono finalmente a emergere situazioni che perdurano da anni
Crescono le richieste dirette e cala l’età di chi chiede aiuto. Sono questi gli elementi più rilevanti riscontrati dall’associazione Vittoria, che gestisce il centro antiviolenza ‘Mai più sola’, nell’arco di questi primi 45 giorni del nuovo anno. E se per quanto riguarda il 2024 i dati registrata possono considerarsi in linea con le annualità precedenti – 57 donne seguite con la media di una a settimana, 32 codici rossi e 8 persone inserite in struttura protetta - ci sono fattori che fanno ben sperare. "A gennaio abbiamo riscontrato un incremento delle richieste dirette – spiega la presidente dell’associazione Vittoria, Daniela Delucchi - cioè di donne che chiamano direttamente per avere un colloquio. Non so se possa considerarsi un dato visto che siamo appena a metà febbraio, ma gli scorsi anni questa modalità di accesso, rispetto agli interventi attivati in pronto soccorso o dalle forze dell’ordine, è stata sempre molto bassa. La scorsa settimana abbiamo avuto quattro primi colloqui".
Secondo la presidente dell’associazione Vittoria, la crescita delle richieste dirette, considerando che nelle totalità dei casi riguarda donne che subiscono violenza da anni, potrebbe fare ben sperare. "Trattandosi di violenze pregresse e reiterate – spiega Nea Delucchi – queste richieste rendono possibile l’emersione del fenomeno, e non di una recrudescenza. Significa che le donne sanno che ci siamo e riconoscono il nostro ruolo". Meno positivo è invece l’abbassamento dell’età delle donne vittime di violenza, tra cui sono presenti tante giovanissime, a partire dai 16 anni. "La diminuzione dell’età spaventa – ammette la presidente dell’associazione Vittoria - perché sancisce inequivocabilmente la presenza di diverse relazioni disfunzionali tra le nuove generazioni e di ragazzi violenti. In questi casi l’unico dato positivo è la vicinanza degli amici della vittima nel supportarla e nel fare emergere la situazione".
Aumentate però anche le donne anziane che nell’ultimo anno si sono rivolte all’associazione Vittoria. Il range delle vittime va infatti dai 16 ai 77 anni, divise in eguale misura tra italiane e straniere. "A cambiare sono le modalità e le situazioni – prosegue Nea Delucchi – ma non esiste un dato prevalente per quanto riguarda la nazionalità, a conferma che quello della violenza di genere sia un fenomeno diffuso. Inoltre, quasi sempre, almeno nel 90% dei casi, si tratta di violenze subite alla presenza di minori". E conclude: "La presenza di un figlio in una situazione di violenza può essere un deterrente nel denunciare, ma può anche rappresentare il motivo per cui farlo. Violenza psicologica, economica e ricatti spingono spesso le donne a permanere in una situazione da cui non vedono via scampo, ma in alcuni casi la paura che quella violenza si ripercuota anche sui propri figli, spinge le donne a prendere la decisione di denunciare".
Elena Sacchelli