REDAZIONE SARZANA

Un consiglio comunale da farsa. Pratiche nelle mani degli... assenti

Il teatrino degli assurdi intorno alla revoca del presidente Mione

L’aula del consiglio comunale semi-deserta

L’aula del consiglio comunale semi-deserta

Sarzana, 9 giugno 2017 - LA COMMEDIA dell’assurdo ancora non ha epilogo ma mette il consiglio comunale nelle mani di Giovanni Gianni, unico rappresentante M5S, campione di assenze, a Londra da anni ma capace di firmare la richiasta di revoca del presidente dell’assise a cui non partecipa. E la sua assenza fa “saltare” i giochi, ritorcendosi contro la maggioranza responsabile della sua mancata decadenza. La sceneggiata va in onda mercoledì a Palazzo Roderio. Alle 20, ora di inizio della seduta, in aula c’è solo la minoranza, il vice sindaco Elisabetta Ravecca che giustifica l’assenza del sindaco Cavarra per motivi personali già preannunciati, l’assessore Nicola Caprioni e, voce fuori dal coro, Mario Torre del Pd. «Posso  anche capire l’atteggiamento dei miei colleghi di maggioranza – commenta – credo però che se una seduta viene convocata ha tutto il diritto di svolgersi, potevamo partecipare e far sentire le nostre idee. Questo atteggiamento non mi appartiene, non fa parte del modo che intendo di fare politica».

Ma il preambolo è andato in scena alle 19, ora della riunione dei capigruppo fissata per decidere anche della revoca di Mione da presidente del consiglio comunale. L’idea di Carlo Rampi (Fratelli d’Italia), condivisa dai colleghi di minoranza, la fa saltare: la loro assenza e quella scontata di Giannini fa mancare il numero legale. Con una lettera, protocollata un paio di ore prima, aveva annunciato e motivato l’assenza. Il ragionamento di Rampi è semplice: «Visto che la maggioranza ha scelto di coinvolgere quale dodicesimo uomo nella richiesta di revoca di Mione un consigliere che diserta da anni le sedute il problema è solo suo. Lo risolvano. E la delibera votata dalla maggioranza che salva Giannini dalla decadenza e al vaglio della magistratura». Durissimo Paolo Mione. «Cavarra deve presentare le dimissioni – tuona prima di rinviare il consiglio –. Sono stati loro a tenere in sella Giannini, hanno cercato di usarlo per avviare la mia revoca e ora la sua assenza costituisce un probema grave per Sarzana. Il sindaco e la sua giunta stanno bloccando da settimane volutamente l’attività amministrativa. Si doveva discutere di argomenti importanti come le varianti al Prg, invece tutto è saltato ancora una volta. Chiederò a breve un incontro col Prefetto al quale illustrerò la situazione».

Nel frattempo Mione e Pittiglio annunciano ufficialmente il loro passaggio all’opposizione, Giannini via telefono da Londra annunciato che prima del 27 non potrà essere a Sarzana. Parla di ripicca Chiappini (Sarzana in Movimento): «Sarò presente alle riunioni dei capigruppo, mi assenterò però quando si parlerà della revoca di Mione. Si stanno dimostrando incapaci, autolesionisti». Zanetti (Sel): «Arruolare Giannini è stato scandaloso. Ancora di più il fatto che l’M5S sempre pronto a espellere a destra e a manca, non abbia preso provvedimenti nei confronti del loro candidato a sindaco». E la maggioranza? Il sindaco Alessio Cavarra: «Sono impegnato in tanti progetti: scuole, puc, situazioni da risolvere non ho tempo ne voglia di intervenire su beghe politiche. Avevo preannunciato la mia assenza per motivi personali, fra l’altro i consigli vengono convocati senza consultarmi, non mi pare giusto. Penso solo a fare le cose che ritengo importanti per la città, le polemiche le lascio agli altri».  I capigruppo di maggioranza Antola, Rosignoli, Frassini e Lorenzini  in un documento ribaltano sugli “avversari” la responsabilità del consiglio bloccato e pretendono che «il presidente torni ad essere garante dell’intero consiglio e vengano rispettate le istituzioni» e Mione “super partes”on lo è più.

C.G.