Siena, 9 marzo 2010 - Nato a metà anni ’70, come quartiere residenziale popolare, probabilmentre senza pensare che trent’anni dopo sarebbe diventato parte integrante della città. E che soprattutto dopo trent’anni avrebbe avuto bisogno di una "rinfrescata". Il nostro viaggio alla scoperta della città fa tappa a San Miniato, il quartiere-dormitorio senese per eccellenza, ovvero per grandezza e numero di persone che vi abitano.
Purtroppo la prima fotografia scattata non è delle più accattivanti: in una piacevolissima campagna a ridosso della città, fatta di tipici saliscendi, qualche casolare alla sommità del poggetto, è scesa una colata di cemento.
Siamo intorno al 1975 quando vengono consegnate le prime case popolari, a prezzi dunque ’non senesi’, ma invece accettabili: palazzi di una qualche ingegnosità forse per i tempi, oggi cubi di cemento sovrapposti, con in alcuni casi garage sotterranei labirintici, in altri posti auto coperti alla base degli edifici. Un’immagine, fatta di grandi volumi e cemento, dunque davvero poco senese. Un’immagine, ancora, probabilmente di una certa gradevolezza un tempo, oggi bisognosa almeno di quell’"imbiancata" che ingentilisce le vecchie rughe. Muri anneriti, parapetti cadenti, in qualche caso qualche giardinetto, così San Minato ospita tanti senesi: negli anni Settanta erano giovano coppie alle prese con la prima casa, oggi sono soprattutto persone di una certa età e una buona fetta di stranieri.
"Ci avevano presentato il progetto di palazzi con mattoncini a vista, poi hanno detto di aver finito i soldi", "San Minato proprio bello non è mai stato fin dall’inizio", sentiamo dire da qualche residente arrivato qui appunto nel Settanta. Decoro e immagine a parte, San Miniato oggi sta cercando la sua «seconda vita»: poco appetibile per urbanistica (e in questo ormai difficilmente mutabile), si è dotata di un grande supermercato (2007), una farmacia, un punto Snai, una lavanderia, una banca, un self service, un bar e un forno. Il minimo occorrente per rendere un quartiere vivibile insomma: c’è quasi tutto quando il quasi sta per quell’ufficio postale tante volte richiesto, e indispensabile al residente anziano di queste parti, ma ancora mancante (non c’è nemmeno nei vicini Vico Alto e Scacciapensieri).
Ci sono poi bus di collegamento con la città, una viabilità abbastanza ampia e ci sono soprattutto la "Casa dello studente" e un mega distaccamento dell’Università (il Polo scientifico), strutture con tutti i presupposti insomma per "ridare vita" a qualsiasi zona. Altra caratteristica non da poco: San Miniato è abbastanza vicino a Siena, ma soprattutto molto vicino all’ospedale. Una vicinanza nel bene e nel male: positiva perchè rende la zona di maggior passaggio e frequentazione (il supermercato è assai utilizzato) e appetibile per i tanti dipendenti del Policlinico in cerca di un’abitazione. La vicinanza è però tale da fare di San Miniato il parcheggio dell’ospedale, con macchine ovunque, lungo le strade, nei campi talvolta improvvisati come aree di sosta. "Nel mio palazzo abbiamo 12 garage, ma gli appartamenti sono 40" ci racconta un residente parlando della questione e di quel surplus di veicoli in giro: aggiungi a questo il fatto che in famiglia ci sono ormai quasi sempre due auto, aggiungi ancora i mezzi degli studenti e di chi lavora all’Università, il risultato è uguale a macchine ovunque in ordine sparso.
Per concludere la nostra panoramica, è infine inevitabile chiedersi e chiedere cosa ci fa quel cantiere aperto proprio nel centro del quartiere (attaccato al supermercato, peraltro unica struttura finita)? Quella sorta di piazza mattonellata e due edifici contigui, di moderna realizzazione, ma mai ultimati e perennemente transennati, cosa sono? Anzi, cosa avrebbero dovuto essere o dovranno magari essere? "Non ci sono cartelli, l’area è così da tempo", ci siamo da più parti sentiti rispondere. In definitiva qui non va così male, a sentire qualcuno, ma siamo lontani dall’andare bene, a sentire i più.
© Riproduzione riservata