REDAZIONE SIENA

A lezione in aula con 10 gradi Studenti in sciopero bianco

Le classi trasferite a Montarioso alle prese con il gelo dell’ex seminario "Non ce la facciamo più: stavolta serve una soluzione che sia definitiva"

Colonnina di mercurio fra i 10 e i 14 gradi. E tutti seduti al banco con sciarpa e cappotto o, per i più fortunati, a un centimetro dal termosifone. È il racconto delle gelide lezioni degli studenti della quinta C dell’istituto economico-sociale Piccolomini. Tra loro, nei giorni scorsi, c’è anche chi è andato a scuola con la tuta da sci. Un racconto ambientato nei locali dell’ex seminario di Montarioso dove sono stati trasferiti insieme ad altre quattro classi della stessa sezione (dalla prima alla quinta) a ottobre del 2020. Ma quei locali, negli ultimi 30 giorni, si sono trasformate in una tenaglia gelida con temperature sotto i 18 gradi, cioè la temperatura minima ammessa dalla legge che prevede un solo grado di tolleranza sotto questo limite. Il motivo? "I locali sono troppo freddi. I termosifoni - spiegano i ragazzi - ci sono e funzionano. Nella nostra aula sono quattro e abbiamo anche due stufe elettriche messe a disposizione dalla scuola". Ma niente, la temperatura non ne vuole sapere di alzarsi. I locali dell’ex seminario disperdono troppo calore.

"Il problema esisteva anche l’anno scorso, ma con la didattica a distanza abbiamo sofferto meno. Adesso in presenza la situazione non è più sostenibile". I ragazzi hanno così deciso di incrociare le braccia. "Stiamo portando avanti uno ’sciopero bianco’ per far sentire la nostra voce". E cioè? I 22 studenti entrano in classe, rispondono all’appello, ma si rifiutano di fare lezione. E i prof (infreddoliti pure loro) ne prendono atto. I genitori delle classi dalla 2ª alla 5ª si sono schierati con i ragazzi, anche perché il problema riguarda tutte le classi della sezione C spostate a Montarioso e hanno inviato una lettera a dirigente scolastico e Provincia, competente per gli immobili a uso scolastico e all’Asl per segnalare la situazione.

"Le temperature - scrivono i genitori - non sono a norma ed espongono gli studenti (i professori e il personale amministrativo) a rischi di salute. A ciò si aggiunge la preoccupazione circa tenuta e conformità dell’impianto di riscaldamento stesso (abbiamo avuto notizia di un cortocircuito verificatosi sabato 11) e delle stufette approntate nelle aule. È evidente che così non può andare e che una rotazione delle 5 classi in ‘chiesa’ non può rappresentare soluzione condivisibile, né praticabile: ne farebbero sempre le spese gli stessi studenti, ma a rotazione. Non stiamo qui a richiamare tutte le sottostanti motivazioni di disparità di trattamento, emarginazione che più volte abbiamo sollevato anno scorso e quest’anno. Cosa vogliamo fare? Confideremmo in risposte fattive e pronte".

Claudio Capanni