CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

A San Domenico piove sull’altare: "Frati all’opera con stracci e secchi"

Padre Esposito: "I soldi ci sono, ma lavori bloccati. Preoccupazione alla vigilia delle Feste Cateriniane"

Padre Bruno Esposito, Superiore della comunità religiosa domenicana, indica le infiltrazioni umide che coinvolgono l’altare principale di San Domenico

Padre Bruno Esposito, Superiore della comunità religiosa domenicana, indica le infiltrazioni umide che coinvolgono l’altare principale di San Domenico

Il maltempo di questi giorni sta mettendo a dura prova la pazienza della comunità religiosa domenicana di Siena. Il motivo? I frati sono stati costretti per l’ennesima volta ad ’armarsi’ di stracci e secchi per raccogliere l’acqua piovana filtrata dal tetto all’interno della Basilica di San Domenico, che ospita la cappella di Santa Caterina, voluta nel 1466 da Niccolò Bensi per custodire la reliquia della testa della patrona d’Italia e d’Europa.

A lanciare l’allarme, stavolta è Padre Bruno Esposito, Superiore della comunità religiosa domenicana: "Sono arrivato qui tre anni fa, ma il problema delle infiltrazioni umide all’interno dell’edificio sacro si trascina da anni. La Basilica è proprietà del Fondo Edifici di culto (Fec), che fa capo al ministero dell’Interno – sottolinea –. Le risorse per intervenire sono stanziate da tempo e il Fec ha già fatto numerosi solleciti, perché si tratta di lavori di somma urgenza. Ma tutto è bloccato a livello di Soprintendenza". L’ultimo grande intervento che mise al riparo dai temporali la navata centrale risale al 2015. Poi più nulla. Nel frattempo le tegole del tetto si sono spostate e l’acqua piovana è riuscita a farsi strada, arrivando a danneggiare non soltanto la cappella retrostante quella di Santa Caterina, ma anche la porzione di tetto sovrastante l’altare centrale.

"Negli ultimi dieci anni il problema si è aggravato di giorno in giorno – continua Padre Bruno –. Sarebbe servita una manutenzione ordinaria nel corso del tempo. Ora, alla vigilia delle Feste Cateriniane a cui l’anno scorso hanno partecipato oltre 2500 fedeli, lanciamo un appello per sbloccare i cantieri".

Il Superiore aggiunge: "La Basilica di San Domenico è il biglietto da visita della città, perché è il primo luogo dove si fermano i numerosi visitatori, che scelgono Siena. Ma l’edificio sacro ha un valore ancora maggiore, perché coincide con la stessa comunità senese. E non solo per la reliquia di Santa Caterina".

Tuttavia i problemi della Basilica non sono solo le infiltrazioni umide: "Qui c’è anche una questione di ordine pubblico da risolvere – stigmatizza Padre Bruno –. Arrivano valanghe di turisti, che spesso non sanno comportarsi né dentro né fuori l’edificio sacro. Ma la cosa più grave è la presenza di degrado e spaccio di stupefacenti nei giardini attigui alla chiesa".

Il religioso allarga le braccia: "La Guardia di finanza, con cui abbiamo un filo diretto, ha intensificato i controlli nella zona, ma spesso si trova di fronte a minorenni, quindi può intervenire relativamente. Si potrebbero utilizzare i militari della Folgore per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico fuori della Basilica, anche per disciplinare l’arrivo dei turisti che scendono dai pullman. Invece... ". Padre Bruno non nasconde la sua preoccupazione: "Noi Domenicani non siamo i proprietari della Basilica, siamo dei semplici custodi. Ma amiamo questo luogo; è un bene di tutta la comunità senese, per questo va preservato".