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Abbadia a Isola diventa un museo archeologico Il Chiostro restaurato primo passo del polo

Domani il sindaco di Monteriggioni presenterà il progetto del MaM assieme ai vertici della Soprintendenza e della Fondazione Musei senesi. La ricostruzione dell’Uomo del Chiostraccio, il toscano più antico.

Abbadia a Isola diventa un museo archeologico Il Chiostro restaurato primo passo del polo

"La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia", diceva Dario Fo. Da questa convinzione il Comune di Monteriggioni ha realizzato il primo vero museo del suo territorio. Museo che va a incastonarsi, valorizzandolo maggiormente, nel complesso monumentale di Abbadia a Isola con il completamento del restauro del chiostro. Sabato alle 17 l’inaugurazione. La visita al Mam (Museo Archeologico di Monteriggioni) si configura come un percorso nella storia di Monteriggioni, dal Medioevo fino alla Protostoria. "Oggi Monteriggioni ha un suo museo – afferma il sindaco Andrea Frosini –. È sicuramente un orgoglio per tutta la comunità riuscire ad avere un importante contenitore per l’arte e la cultura, che sarà il motore di una nuova stagione di ricerche e di attività tese alla valorizzazione del nostro patrimonio storico-identitario. Lo spirito e la visione che l’amministrazione ha interpretato per la realizzazione di questo progetto sono stati anche quelli di poter lasciare al territorio un luogo che crei una consapevolezza della nostra storia, oltreché una grande attrattiva sotto il profilo turistico. Il museo, quindi, sarà un vero e proprio scrigno che custodirà un sapere prezioso per tutta la comunità e le future generazioni di Monteriggioni".

I locali della Tinaia costituiscono l’accesso alla visita, introducendo sia al tracciato del Chiostro e della Chiesa sia alle sale poste al piano superiore; nei tre ambienti, in successione, è possibile ripercorrere la storia dell’abbazia e del suo chiostro, nonché vedere la ricostruzione di una esponente della famiglia Franzesi (ultimi signori di Staggia influenti su Abbadia a Isola) seppellita con i suoi gioielli nel chiostro stesso. Nella Sala Sigerico l’allestimento prosegue dall’età romana alla Protostoria, con un posto di rilievo attribuito alla tomba dei Calisna Sepu, della necropoli del Casone, rinvenuta nel 1893 in podere Malacena. Sono presenti anche due ricostruzioni fisiche opera di Stefano Ricci, cioè quella della ricca signora sepolta nel chiostro dell’abbazia e il ben noto ’Uomo del Chiostraccio’; uno scheletro trovato nel 1962 e considerato per anni il più antico uomo toscano conosciuto, datato a oltre 15.000 anni. Oggi, grazie a nuove analisi (carbonio 14 e DNA), è stato possibile stabilire che non visse in età paleolitica, ma etrusca.

"E’ stato un lavoro lungo e molto faticoso, ma ne è valsa la pena – afferma l’assessore alla cultura Marco Valenti – ho trovato ottimi ’compagni di viaggio’ con i quali la sinergia è stata perfetta: da Giacomo Baldini curatore dell’allestimento, agli uffici Cultura e Opere pubbliche del Comune, sino alla società Monteriggioni AD 1213 che non si è risparmiata. Non intendiamo inaugurare, metterci la coccarda della cultura e poi passare ad altro. Si tratta solo dell’inizio di stagioni articolate tra ricerche, didattica, iniziative pubbliche ed eventi. L’obiettivo è quello di fare crescere cultura, conoscenza e un orgoglioso senso di appartenenza, per ciò che stiamo facendo e faremo, nella popolazione". Sono solo i primi passi di un progetto più ampio, in cui sono previsti anche il restauro della torretta sulle mura e la sistemazione delle aree adiacenti, la realizzazione di una sala convegni multi-funzionale di alto livello e l’apertura di un bar.