di Massimo Cherubini
La crisi che ha colpito le attività commerciali (110mila quelle chiuse in Italia nello scorso anno) non risparmia neppure l’Amiata e il suo paese, Abbadia San Salvatore, più grande. Bar, ristoranti, alberghi, negozi di abbigliamento, sono stati chiusi anche in questo paese che per anni ha potuto contare su redditi medio alti soprattutto nelle pensioni di anzianità dei minatori. "Oggi – dice Damiano Romani della Confesercenti zona Amiata – ciò che più preoccupa non sono i negozi che hanno chiuso ma quelli che restano aperti con difficoltà di sopravvivenza enormi. Un dato su tutti lo conferma: nella graduatoria dei redditi medi pro-capite dei trentacinque comuni occupava la sedicesima posizione. Ora è scivolata al quart’ultimo posto". Diverse, come ha spiegato Damiano Romani, le cause. Nello scorso anno, specialmente nel mese di dicembre, si è speso poco. "Il mondo della pelletteria- dice Romani - è ormai il punto occupazionale di forza non solo di Abbadia San Salvatore ma della zona. Il rincorrersi di voci su possibili crisi ha diffuso la preoccupazione".
Sul fronte del turismo stessa cosa: una crisi accentuata. Negli ultimi tempi c’è stato un calo notevole sul fronte dei posti letto. Dal tetto di 1100 oggi se ne contano poco più della metà. Alcune strutture hanno chiuso, altre si sono "riconvertite" cedendo l’albergo in affitto alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza. "E anche su questo fronte - sottolinea Damiano Romani - siamo andati in perdita. Prima avevamo tanti polacchi e anche tedeschi. Gente che spendeva molto di più rispetto ai bengalesi, oggi molto numerosi, che consumano davvero poco". Sotto l’aspetto del turismo nella scorsa stagione estiva è stato registrato un forte calo delle presenze. La mancanza di neve ha fatto il resto nel primo periodo della stagione invernale. "C’è da rilevare -afferma l’esponente della Confesercenti- che il turista che viene da noi non spende tantissimo in paese perché si sposta molto. Non sono, almeno la grandissima parte, turisti stanziali ma che da noi soprattutto pernottano. Di giorno vanno a visitare i paesi della Val d’Orcia, le località termali". Infine il commercio online, le offerte dei centri commerciali. "I due anni di Covid- dice Romani- hanno consentito corsi accelerati d’informatica per tantissima gente. Da qui anche il boom del commercio on line". Tutte cause che avrebbero provocato perdite commerciali oltre il 50%.