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Abbasantesa,visita speciale I cittini della Giraffa portano carote e caramelle al Ceppo

Il mangino Niccolucci: "Si è fatta accarezzare, è sempre stata docile. La salvaguardia di questi animali che c’è a Siena non esiste altrove".

Abbasantesa,visita speciale I cittini della Giraffa portano carote e caramelle al Ceppo

di Laura Valdesi

SIENA

Le mani di una bambina che sposta la criniera della cavallina, con la tenerezza riservata alle persone care. Un gesto di cura e affetto. Altre mani, ancora più piccole e paffute, che si appoggiano invece sul muso sciogliendosi in carezze spontanee. Trasmettono amore, quello senza filtri dei bambini. Il più vero. Abbasantesa lo sente. E ricambia, restando immobile ad accogliere l’abbraccio dei piccoli giraffini che sono andati a trovarla ieri mattina in clinica al Ceppo. Portando tante cose buone: una scatola piena zeppa di carote, un’altra stracolma di caramelle che i veterinari potranno dare alla cavallina nei giorni in cui resterà in clinica per riprendersi dall’intervento post infortunio a San Martino. Sarà il silenzio che circonda la struttura dopo i giorni frenetici delle previsite con il via vai di van e fantini, di addetti ai lavori. Sarà la spontaneità dei bambini che non indossano maschere, né corazze degli adulti ma l’atmosfera pare sospesa. I piccoli contradaioli e Abbasantesa, un’intesa magica. La cavalla che sul palco davanti al Comune hanno invocato e cantato, che doveva regalare la vittoria, adesso ha bisogno di loro. "C’era grande aspettativa da parte dei bambini di venire qui – conferma Marco Niccolucci, mangino della Giraffa –, hanno portato un cesto di carote e di caramelle. La cavalla come sempre disponibilissima, si è fatta accarezzare, sono molto contenti. Per loro è stato un ritorno alla normalità, hanno visto che sta bene, proseguirà il suo decorso post operatorio. Fa piacere anche a noi portarli qui". Con lui alle 10,30, arrivano anche Federico Neri, l’altro mangino, il vicario generale Edoardo Giomi, genitori che accompagnano i figli . Alcuni piccolissimi, altri più grandicelli, 43 in tutto.

Si radunano sotto la tettoia della clinica dove i veterinari del Palio visitano i cavalli. "Qui siamo in un ospedale – richiama la loro attenzione Niccolucci –, quindi dovete stare in silenzio". Obbediscono, gli adulti si guardano stupiti. Miracolo Abbasantesa. Entrano in fila dentro il corridoio fra i box raggiungendo l’ultimo a destra dove c’è la baia. Fanno a gara ad avvicinarsi, chi è troppo piccolo viene preso in collo per poter toccare il suo muso. Un soldo di cacio quello che tira fuori l’ipad, più grande di lui, e scatta. Alcuni restano fermi davanti alla cavalla, a bocca aperta. La osservano intensamente, chiedendole come sta ma senza fiatare. La forza del pensiero. Lei si volta, quasi avesse compreso quell’interrogativo virtuale. Solo quando tutti sono riusciti a regalare una carezza ad Abbasantesa e a salutare anche il cavallo dell’Istrice, Antine Day, nel box più avanti, la porta si chiude. Resta per qualche istante in silenzio da solo, davanti alla femmina, toccandola leggermente attraverso la rete, il vicario generale Edoardo Giomi. Un dialogo intimo e solo fra loro.

"Una cavalla docile, di indole buonissima, non ha mai fatto nessun tipo di difesa nei confronti dei contradaioli anche durante i giorni di Palio. Sono felice che l’abbiano potuta accarezzare – spiega Niccolucci –; il lavoro che viene svolto alla clinica del Ceppo è unico al mondo. Per hobby frequento centri ippici ed ippodromi in tutto il mondo. Da nessun’altra parte si fa. La salvaguardia del cavallo che c’è a Siena non esiste altrove". Un accenno al Palio sfortunato, "alla Carriera finita al primo San Martino. Potevamo vincere ma il Palio è così. Ha vinto l’Oca, onore a lei".

Non c’era ieri il capitano Guido Guiggiani a salutare Abbasantesa perché ha perso sua madre Margherita. A lui le condoglianze de La Nazione.