Un lungo viaggio musicale, tra canzoni di ricordi. L’Accademia dei Rozzi torna alle produzioni teatrali, e per ripartire ha scelto ‘L’amore comunque’, lo spettacolo scritto da Massimo Biliorsi e interpretato da Massimo Reale, accompagnato dalle chitarre e dalle voci di Matteo Tomei e Davide Pepi. Una nuova stagione, per l’Accademia nata nel 1530 proprio attorno al teatro, che ha deciso di recuperare e rinsaldare quel legame, tanto che nel rinnovato accordo con il Comune per l’utilizzo del Teatro dei Rozzi nel corso della stagione teatrale senese, ha deciso di lasciarsi qualche data a disposizione per le sue autoproduzioni. La prima è questo spettacolo di canzoni, che andrà in scena venerdì (7 marzo) alle 18 nella Sala degli specchi.
De Gregori, Ciampi, De André, Drake, Carosone, Hardy, Oldfield, gli Stones e Branduardi sono gli artisti che compongono il mosaico di note ricostruito nell’opera di Biliorsi, giornalista de La Nazione, sceneggiatore, grande esperto di musica, autore tra le altre cose di Subway, un’opera in sei volumi sulla storia delle band musicali di Siena. "Sono canzoni molto distanti tra loro – spiega l’autore – ma compongono questo racconto che mette insieme spiegazione e poesia, con le mie riflessioni legate all’epoca di quei brani. Una collezione di ricordi, tra pubblico e privato". Pensieri ai quali darà volto e voce l’attore fiorentino Massimo Reale, oggi noto al grande pubblico per i ruoli interpretati in fiction molto seguite come la serie di Rocco Schiavone.
"Quando ho letto questo lavoro – afferma – mi è sembrato una grande occasione. Un viaggio musicale biografico con tante sfaccettature. Trovo a Siena un periodo di grande ricchezza per il teatro, grazie a tante iniziative. Io tornerei in questa città a fare qualsiasi cosa. Soprattutto ora che si sono le frittelle del Savelli".
L’attore ci scherza su, ma il legame con Siena non è certo cosa recente. Sono passati più di vent’anni da quando scrisse, insieme al fotografo Marco Delogu, il libro ‘... son dieci assassini... i fantini del Palio’, una testimonianza davvero rara. "L’Accademia dei Rozzi – ricorda Maurizio Bianchini – nacque con il teatro. E quest’anno abbiamo voluto rinnovare quel legame. Cerchiamo di soddisfare tutti i nostri cinquecento soci, con un’offerta di attività culturali articolata".
"Volevamo riappropriarci di questa connotazione – ribadisce anche l’arcirozzo Alfredo Mandarini – e mettere una prima pietra, per un futuro sempre più proiettato al mondo del teatro".
Riccardo Bruni