
Entro il 2050 il numero di persone in gravi condizioni di carenza d’acqua aumenterà fino a 3,2 miliardi
Circa il 71% della superficie terrestre è ricoperta d’acqua: il 96,5%, è salata e si trova negli oceani e nei mari, mentre circa il 3,5% dolce, intrappolata nei ghiacciai e nelle calotte polari, nelle falde acquifere sotterranee, nei laghi e nei fiumi; solo lo 0,75% del totale è effettivamente disponibile. L’acqua ci sembra una risorsa rinnovabile all’infinito e si ritiene comunemente che l’accesso ad essa sia un diritto fondamentale. Quando pensiamo all’acqua, le prime cose che ci vengono in mente sono il bere e il lavarsi, ma non si considera che il maggior consumo avviene per produrre cibi, vestiti e oggetti quotidiani spesso superflui. Sembra, dunque, che prima di tutto ci sia un problema di consapevolezza e informazione.
Bisogna considerare principalmente tre fattori: 1) l’aumento della popolazione; 2) la ricchezza; 3) il cambiamento climatico. Secondo il rapporto annuale delle Nazioni Unite quasi 2 miliardi di persone già vivono in zone dove l’acqua raggiunge elevati livelli di scarsità. Si prevede, poi, che entro l’anno 2050 il numero di persone in gravi condizioni di carenza d’ acqua aumenterà fino a 3,2 miliardi, se sarà rispettata la previsione di crescita della popolazione mondiale fino a 10 miliardi. Nel dibattito pubblico spesso si discute sulla causa del cambiamento climatico, cioè se sia dovuto all’attività umana e in quale misura; ma al di là delle polemiche, rimane il fatto che molto probabilmente peggiorerà la già esistente disuguaglianza nella distribuzione dell’acqua fra i paesi del mondo e aumenteranno gli eventi catastrofici e le temperature degli oceani, provocando ulteriori problemi.
Ma in che modo c’entra la ricchezza? Si diffondono infatti al livello globale stili di vita che pesano moltissimo sull’utilizzo e la disponibilità delle risorse: per esempio l’aumento generalizzato del consumo di carne. A parità di calorie, infatti, la carne (cioè l’allevamento) può richiedere da 10 a 100 volte più acqua rispetto alla produzione di vegetali. Non solo, anche l’industria dell’abbigliamento incide pesantemente: la produzione di tessuti, specialmente quelli sintetici, richiede grandi quantità di acqua e l’uso di sostanze chimiche tossiche. Queste sostanze possono contaminare le risorse idriche locali. L’instant fashion, ’moda istantanea’, ha ulteriormente aggravato la situazione con la produzione di grandi volumi di abbigliamento a basso costo, con cicli di utilizzo estremamente rapidi, consumo eccessivo e smaltimento precoce dei capi.