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Addio a Franchetti, filosofo del vino Un pioniere tra la Valdorcia e l’Etna

In provincia di Siena aveva fondato la Tenuta di Trinoro mentre in Sicilia creò la cantina a Passopisciaro

La Valdorcia piange Andrea Franchetti, produttore di vino di assoluta eccellenza nella Tenuta di Trinoro e sull’Etna con Passopisciaro. Franchetti aveva 72 anni ed era un profondo conoscitore dei territori enoici di tutto il mondo. Nato da madre americana e padre italiano, cresciuto a Roma in un ambiente frequentato da artisti tra cui lo zio Cy Twombly, Franchetti, si trasferì a New York negli anni Sessanta. In seguito tornò in Italia e aprì dei ristoranti a Roma e nelle Marche, per poi stabilirsi di nuovo a New York per dedicarsi all’importazione dei grandi vini italiani. Secondo Winenews, la sua avventura di produttore iniziò negli anni Novanta, quando restaurò le rovine di un’antica casa fortificata di campagna immersa nella Val d’Orcia, dove decise di piantare dei vigneti. Non conoscendo le tecniche agronomiche, partì per Bordeaux dove apprese l’arte del vino dai grandi maestri. Nel 1991 piantò i primi vigneti e nel 1997 produsse la prima annata di Tenuta di Trinoro, ben accolta dalla critica internazionale.

Nel 2000 visitò la Sicilia e fu amore a prima vista con l’Etna, dove restaurò un antico baglio con cantina che divenne il fulcro di Passopisciaro. Tra i risultati conseguiti sull’Etna da Franchetti, oltre alla creazione dei vini di Contrada, si annovera anche il Festival internazionale del vino ’Le Contrade dell’Etna’.

Il direttore di Winenews Alessandro Regoli lo ricorda con affetto: "Chi lo ha conosciuto non può dimenticare Andrea Franchetti. E’ stato uno dei personaggi più anticonformisti del mondo del vino, e tra più grandi conoscitori del vino del mondo. Me lo ricordo sul finire degli anni Novanta, quando ci ospitava nella sua Tenuta di Trinoro, con un gruppo di “amici” e la regia di Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona, suo cugino. Erano momenti di convivialità e di confronto, dove si degustavano tanti vini di tutto il mondo, famosi e non. Era un ’filosofo del vino’, con una cultura enoica aperta, immensa, universale".