REDAZIONE SIENA

Affare migranti, imprenditore condannato

Due anni e 3 mesi a Pacchioni per turbativa d’asta e autoriciclaggio, altri 2 per calunnia. Confiscato oltre un milione avuto dalla prefettura

di Laura Valdesi

SIENA

Il parroco don Aimè, che curava le anime della chiesa di Sassofortino, nel Grossetano, ha patteggiato da tempo, uscendo di scena. Ieri poco prima delle 19 è arrivata invece la sentenza del processo che vedeva al centro gli appalti per l’accoglienza agli extracomunitari della nostra provincia. E dunque il modo in cui il denaro del governo destinato a questa attività veniva impiegato. Imputato l’imprenditore Guido Pacchioni, finito nel maggio 2018 ai domiciliari quando scattò il blitz della Finanza che sollevò il velo sul business legato appunto all’arrivo di uomini e donne dei barconi anche nel Senese. Pacchioni era accusato di turbativa d’asta auto-riciclaggio e calunnia. Il pm Silvia Benetti aveva chiesto 2 anni e 7 mesi più 7.500 euro di multa sostenendo che nelle numerose udienze erano andati al loro posto tutti i tasselli che mostravano la sua colpevolezza. Il giudice Chiara Minerva è andata addirittura oltre nella sentenza: 2 anni e 3 mesi per turbativa d’asta e autoriciclaggio, altri 2 per calunnia. Ha disposto inoltre la confisca di quote societarie sequestrate relative ad una società di Chiusdino proprietaria di un complesso immobiliare. Confisca per equivalente delle somme percepite dalla prefettura per l’accoglienza: si parla di oltre un milione di euro. Fra novanta giorni le motivazioni. "Presenteremo sicuramente appello", annuncia l’avvocato Josef Mottillo che difendeva l’imprenditore insieme al collega Vincenzo Martucci di Firenze.

A segnalare alla procura la potenziale relazione fra due imprese, Cassiopea srl e La Gabriella, ci aveva pensato la prefettura di Siena. Poteva comportare che le offerte fossero imputabili ad un solo centro decisionale, causa di esclusione dalla procedura di gara. Così entrambe le società erano state messe fuori dai giochi. Niente più gestione dei centri di accoglienza per i migranti nel 2018 a Monticiano e Sovicille. Fra i complici di Pacchioni, secondo l’accusa, anche il sacerdote della diocesi di Grosseto. Nel corso delle udienze – in aula ha testimoniato anche l’economo della Curia maremmana don Alfio Bambagioni – era emerso tra l’altro che quest’ultima non ha mai autorizzato la convenzione per l’assistenza ai migranti della parrocchia di Sassofortino, fondamentale per la società Cassiopea. Solo così infatti poteva partecipare al bando di gara della prefettura. "Non vedo come si possa parlare di mancata trasparenza e correttezza – ha rivendicato l’avvocato Martucci –, siamo tutt’al più di fronte ad una carenza di requisiti non ad un elemento di frode"

Non è ancora concluso il secondo troncone del processo sulla vicenda.