Aggressioni ai sanitari: "Soluzioni condivise"

Riunione ieri in prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza "Più prevenzione senza gravare sugli organici delle forze di polizia" .

Aggressioni ai sanitari: "Soluzioni condivise"

Il prefetto di Siena. Pirrera ha affrontato la questione delle aggresisoni ai sanitari

"Un quadro complesso, al momento adeguatamente gestito, che pur presentando criticità non deve essere ritenuto allarmante. Si consideri, infatti, che se nell’anno 2023 sono state registrate nel territorio provinciale diverse aggressioni verbali a danno degli operatori sanitari solo in un numero limitatissimo di casi tali eventi sono sfociati in episodi di violenza fisica". Questo il quadri tracciato ieri nella riunione del Comitato provinciale per l’ordine e al sicurezza pubblica nella riunione sul fgenomeno dlele aggressioni fisiche o verbali al personale sanitario. Al tavolo, coordinato dal prefetto Matilde Pirrera, i rappresentati dei Comuni di Abbadia San Salvatore, Siena, Montepulciano e Poggibonsi, unitamente alle forze dell’ordine e ai responsabili delle strutture sanitarie provinciali. Che si è concluso con l’obiettivo di "tracciare un percorso comune che, partendo da un’analisi delle criticità riscontrate nei presidi sanitari, conduca a trovare soluzioni che aumentino gli standards di prevenzione senza gravare eccessivamente sugli organici delle forze di polizia. Proprio allo scopo di individuare soluzioni condivise le aziende sanitarie sono state invitate a redigere schede tecniche che riportino le principali criticità, sotto il profilo della sicurezza, delle singole strutture. I documenti così elaborati – spiega la prefettura – saranno poi analizzati in ulteriori specifiche sessioni di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica le cui risultanze potranno condurre alla sottoscrizione di appositi patti per la sicurezza tra i diversi attori istituzionali coinvolti".

Sul tavolo gli accorgimenti già adottati: videosorveglianza sia negli ambienti esterni che interni delle strutture sanitarie principali, dispositivi elettronici per allertare le forze di polizia in caso di emergenza e servizi di vigilanza privata o di guardiania, posti nei siti più esposti o, comunque, interessati, da maggiore afflusso di utenza. Il tema della sicurezza dei presidi sanitari, ha concluso il prefetto, "riveste un carattere preminente in quanto la violenza esercitata in questi luoghi espone a rischio i lavoratori e mina, gravemente, il diritto alla salute dei cittadini per le ricadute che tali condotte producono sull’erogazione dei servizi. Entrambi i diritti, quello al lavoro e alla salute, sono

sanciti dalla nostra Carta costituzionale e vanno tutelati".