Il nuovo piano industriale è stato illustrato al tavolo ministeriale ancora una volta dal manager Ilyas Kil, direttore delle Operazioni Industriali, con il direttore Risorse umane Fabio Colombo e il direttore Relazioni esterne Maurizio Sberna (tutti nella foto). Entrando nel dettaglio, per quanto concerne la fabbrica di Cassinetta (Varese), è stata ritirata la decisione di dismettere due linee di montaggio; l’abbassamento dei volumi sarebbe affrontato con una modifica dell’assetto dei turni, ma gli esuberi si abbasserebbero a 350, a fronte degli originari 54.
A Siena, ferma restando l’intenzione di cessare la produzione a fine anno, c’è la disponibilità a mantenere il contratto di affitto dell’area e i rapporti di lavoro in essere fino alla fine del 2027, purché ci sia una disponibilità di ammortizzatori sociali e con l’obiettivo di favorire una operazione di reindustrializzazione. A Comunanza (Ascoli Piceno) si sta valutando un piano alternativo alla chiusura, con un livello produttivo economicamente sostenibile che i sindacati intendono verificare nel merito e nella concretezza al prossimo appuntamento.
A Melano e a Carinaro (Caserta) si conferma il numero originario rispettivamente di 68 e di 40 esuberi. Per quanto riguarda le attività di staff, nel comparto R&D ci sono 198 esuberi, di cui la massima parte sussiste fra Cassinetta e Fabriano; 98 esuberi sono inoltre nella parte commerciale, principalmente a Milano e in misura minore a Fabriano; 19 esuberi nella divisione Medioriente e Africa; ben 363 esuberi infine nelle funzioni regionali. Nel complesso dunque nelle funzioni impiegatizie si registrano 678 esuberi che, anche se potrebbero diminuire in conseguenza della revisione del piano industriale, rimarrebbero "un numero insostenibile", secondo Fim, Fiom, Uilm e Uglm. Più in generale la direzione di Beko ha dato la disponibilità ad affrontare gli esuberi anche attraverso percorsi di accompagnamento alla pensione. Si conferma l’intenzione di investire 300 milioni di euro in un triennio, a condizione che venga varato il piano di risanamento, con gran parte dell’investimento sulla divisione cottura. Su questo punto al tavolo del 24 febbraio verranno chiesti ulteriori dettagli.
La multinazione turca ha dunque ’ammorbidito’ i numeri iniziali degli esuberi, ma per i sindacati "la posizione aziendale appare ancora insufficiente per provare ad arrivare a un’intesa". "L’azienda riconosce l’importanza del dialogo in corso e dei progressi compiuti nel dialogo – commenta Maurizio David Sberna, direttore Relazioni esterne di Beko Europe –. Restano tuttavia diversi punti aperti che richiedono un confronto approfondito, da affrontare con il massimo spirito di collaborazione per individuare soluzioni concrete per le attività italiane del Gruppo. La nostra priorità è agire con tempestività per garantire risposte efficaci ed evitare ulteriori perdite".
C.B.