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"Aglieco non era con me nell’ufficio di Rossi Non risposi alla telefonata della Santanchè"

Il pm Nastasi è un fiume in piena durante l’audizione della commissione durata sette ore: "Il colonnello era fuori dalla stanza". E sull’arrivo alla Rocca chiarisce: "Chiamai io il pm di turno Marini, fu lui a chiedermi di accompagnarlo. Poi telefonai a Natalini"

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di Laura Valdesi

SIENA

"Perché il colonnello Aglieco ha fatto certe affermazioni? Chiedetelo a lui. Al telefono di Rossi non ho risposto, lo so per certo". E ore dopo, mentre risponde al vice presidente della commissione d’inchiesta Luca Migliorino, il pm Antonino Nastasi ribadisce altrettanto netto: "Un ufficiale, senza aver fatto alcuna relazione di servizio, imputa una serie di comportamenti che non ho posto in essere". E quando viene chiesto al sostituto se ha presentato querela nei confronti dell’ex comandante provinciale dell’Arma, quando David Rossi, il 6 marzo 2013, volò dalla finestra di Rocca Salimbeni, Nastasi afferma: "Ho profondo rispetto per la Commissione e per l’autorità giudiziaria che farà i suoi accertamenti. Sono a disposizione non solo vostra – dice rivolto ai commissari – ma anche dell’autorità giudiziaria e, una volta finito tutto questo, valuterò se e quando procedere nei confronti di chiunque abbia violato o infangato la mia onorabilità".

Un fiume in piena il sostituto Antonino Nastasi nelle 7 ore davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta dove ricostruisce la sera della tragedia lasciando sconcertati i commissari che, a più riprese, rilevano discrasie con quanto riferito da altri, anche nelle audizioni secretate. "Non ho memoria di Aglieco in quella stanza , l’ho sempre collocato mentalmente nell’atrio antistante l’ufficio di Rossi. Chiaro comunque che essendo passati oltre 8 anni il mio ricordo può essere fallace", osserva. Il magistrato non ha infatti problemi a riconoscersi in una foto che gli mostra il vice presidente Luca Migliorino. "Sì, sono io. Non rammentavo la circostanza. Si vede che mi sono affacciato, ricordavo male può capitare", spiega Nastasi che, a più riprese, aveva detto di non essere mai andato nel vicolo del Monte Pio dove si recò invece il collega Nicola Marini, poiché si erano divisi i compiti. "Ad avvertirmi della morte di Rossi fu Paride Minervini (consulente tecnico balistico, ndr) – riavvolge il nastro il magistrato –; chiamai Marini che era di turno. Non sapeva nulla. ’Scusa ma chi è Rossi?’, chiese. E mi invitò ad andare con lui alla Rocca perché se ci fossero state correlazioni con le indagini sulla banca non sarebbe stato in grado di valutarle non conoscendo l’inchiesta". Ecco perché furono in tre ad andare alla Rocca, il quarto magistrato Giuseppe Grosso abitava a San Quirico per cui non li raggiunse. Il giorno dopo il fascicolo venne coassegnato anche segli ultimi atti a firma di Nastasi si fermano all’aprile 2013. Nastasi telefonò al collega Aldo Natalini che lo raggiunse e al colonnello della Gdf Bianchi a Roma che lo coadiuvava sull’inchiesta Mps. Si trovò con il capitano dell’Arma Giuseppe Manichino, salendo all’ufficio di Rossi con lui, tra le 21.30 e le 21.40. "Ricordo che nel corridoio davanti all’ingresso della stanza c’erano certamente presenti i poliziotti della Volante intervenuti per primi, il maresciallo Cardiello, Aglieco", ricostruisce. Rosario Mortillaro proprio non lo rammenta. Conferma la discussione fra il capo delle Volanti Alessia Baiocchi e il colonnello in relazione a chi doveva procedere, troncato dal pm Marini. "’Chi è intervenuto per primo? La polizia. Bene, signori arrivederci", liquidò i carabinieri secondo Nastasi. Poi una lunga serie di ’no’: non misi le mani nel cestino, non risposi al telefono di Rossi alla Santanché, non so chi chiuse la finestra, non toccai il muoe del computer negando accessi da postazioni fisse , nè da remoto. Conferma quindi che entrati dentro "non c’era nulla fuori posto. Il nulla cosmico e tre biglietti di addio alla famiglia. Date le condizioni, sfido qualsiasi persona di buon senso a non credere che quello fosse un suicidio". In un passaggio il pm Nastasi si sofferma sui due video di cui parla la polizia scientifica "mai trasmessi – dice – all’autorità giudiziaria a cui è stata taciuta questa circostanza".