Le grandi manifestazioni che proiettano Siena al centro del mondo dei pedali, appassionano grandi e piccini. Tanti i bambini che sognano di poter un giorno ripercorrere le orme dei loro eroi, o anche solo conoscerli in quei giorni in cui Pogacar e colleghi brillano sullo sterrato senese. Un’occasione da sfruttare, anche, per le realtà sportive del territorio, per far avvicinare i piccoli al ciclismo, al suo universo pieno di valori. "Eventi come la Strade Bianche, l’Eroica e adesso il Giro d’Italia – die Gaia Passerini, presidente della società Pedale Senese, riconosciuta dalla Federazione come ‘scuola di ciclismo’ per bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni, e vice presidente del Comitato regionale Toscana della Fci –, hanno una risonanza incredibile per il nostro movimento. E servono: in questo momento storico, se il cicloturismo è in crescita, i numeri del ciclismo giovanile sono in calo".
"Una riduzione che ci tocca relativamente, avendo noi la fortuna di poter usufruire di strutture adeguate – aggiunge Passerini – grazie al velodromo all’Acquacalda e a tre bike-park, uno a Siena e due a Colle. Ma da altre parti non è così e la mancanza di impianti è un grosso limite per lo sviluppo della disciplina".
Il movimento ha quindi bisogno di "essere rinvigorito, ha bisogno di nuova linfa".
"Da anni, in questo senso, organizziamo la Ride for Children – sottolinea Passerini –. Ci stiamo poi muovendo, in sinergia con il Comitato regionale, per attività di promozione. In seno alla Strade Bianche, dall’anno scorso, è stata messa a punto la Strade Bianche Junior, pensata per avvicinare le ‘Future Legends’, al mondo del ciclismo e dello sport, trattando anche i temi dell’educazione stradale e ambientale. Argomenti che affrontiamo pure negli incontri che effettuiamo nelle scuole, argomenti delicati, di strettissima attualità e di fondamentale importanza per giovani e giovanissimi". La Strade Bianche serve anche per far amare la disciplina alle bambine, grazie alla Women Elite. "Il ciclismo continua a essere uno sport preferito dai maschietti – chiude Passerini –. Una promozione mirata sarebbe utile, in un’ottica di superamento degli stereotipi di genere. E’ una questione culturale, un problema più ampio che meriterebbe però una discussione a parte".
A.G.