Siena, 19 luglio 2016 - Guai per cinque imprenditori alberghieri della Valdelsa. La guardia di finanza di Siena ha infatti eseguito questa mattina un sequestro preventivo per oltre 325mila euro su disposizione del gip del Tribunale di Siena. Il provvedimento ha consentito ai militari della tenenza di Poggibonsi di mettere sotto sequestro: un immobile, tre automezzi, denaro contante e alcuni oggetti preziosi riposti in due cassette di sicurezza. L'operazione è scattata al termine di un'articolata attività di indagine da parte delle fiamme gialle senesi sotto la direzione del pubblico ministero, il dott. Giuseppe Grosso, con il coordinamento del procuratore della Repubblica di Siena, il dott. Salvatore Vitello.
I cinque imprenditori, tutti soci nella stessa società, sono stati denunciati per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. In aggiunta, per uno dei soci c'è anche l'accusa di peculato perché non aveva provveduto a versare al Comune la tassa di soggiorno riscossa dai propri clienti.
All'origine della vicenda, l'individuazione da parte dei finanzieri di un importante albergo stellato della Valdelsa che operava con una partita iva riconducibile a un soggetto senegalese risultato essere un prestanome. Grazie a successivi accertamenti le fiamme gialle hanno potuto accertare come, a seguito di una consistente posizione debitoria, maturata soprattutto nei confronti del fisco, per sottrarsi al pagamento delle imposte dovute all’Erario, i soci della società avevano provveduto a dissipare il patrimonio societario attraverso comportamenti fraudolenti al fine di rendere inefficace la procedura di riscossione. Come se non bastasse, gli imprenditori hanno anche ceduto le quote sociali a un soggetto nullatenente, il quale si è trovato, a sua insaputa, amministratore di una società piena di debiti e spogliata di ogni bene. Per quanto riguarda il reato di peculato, le indagini hanno permesso di accertare che l’albergatore, in quanto agente contabile incaricato di pubblico servizio per la riscossione della tassa di soggiorno dai clienti dell’albergo per conto del Comune in cui aveva sede la struttura turistica, si era impossessato di una somma pari a 114 mila euro sottraendola alle casse comunali.