MASSIMO TAVANTI
Cronaca

Allarme funghi, tra dispersi e intossicati

Una donna ritrovata dai carabinieri nei boschi di Monticiano, grazie al cellulare. I numeri dell’Asl: "Diciotto ricoverati da settembre"

Ricerche nei boschi

Siena, 30 ottobre 2019 - Raccolta di funghi che passione! Sono migliaia coloro che in autunno si dilettano con questo hobby che coniuga attività fisica, ambiente salutare alla possibilità di gustare deliziose prelibatezze. Questo passatempo, in costante aumento, nasconde però una serie di pericoli. Frequenti i malori che colpiscono le persone più anziane, affaticate dai percorsi lunghi e impervi, anche se all’ordine del giorno sono gli smarrimenti. 

L’ultimo è avvenuto l’altro ieri e ha visto protagonista una 43enne di Tavarnelle Val di Pesa che si era persa nei fitti boschi di Monticiano, salvata grazie al pronto intervento del 112 attivato dalla donna col cellulare e rintracciata - come cita una nota del comando provinciale dei carabinieri – a seguito della procedura di ricerca delle persone scomparse gestita dalla Prefettura. Le problematiche più complesse per i cercatori di funghi sono però legate alle intossicazioni alimentari, a causa della mancata conoscenza delle specie raccolte.

Come spiega Marco Manganelli, direttore dell’Unità Operativa «Tecnici di prevenzione in ambito di sicurezza alimentare», c’è troppa superficialità nell’affrontare questa tematica. «Anche quest’anno dal 1° Settembre a oggi abbiamo avuto 18 persone intossicate, ricoverate negli ospedali della Asl Sud-Est (Poggibonsi, Siena e Nottola). Addirittura l’80 per cento per aver consumato il fungo che cresce intorno agli olivi (omphalotus olearius) scambiato da molti per ‘giallarello’ e che invece causa una sindrome gastrointestinale praticamente istantanea, al termine della cena.  Fortunatamente – aggiunge – ci sono molti che utilizzano gli strumenti che mettiamo a disposizione, rivolgendosi ai nostri sportelli micologici, presenti a Siena, a Poggibonsi, ad Abbadia San Salvatore e Torrita di Siena. Quest’anno abbiamo avuto 70 accessi, dai quali abbiamo riscontrato una commestibilità pari al 50 per cento. Quando rileviamo la tossicità del fungo, lo tratteniamo in laboratorio». 

Succedono anche cose curiose ed è frequente che in molti si rechino negli uffici per sottoporre funghi regalati da conoscenti al cosiddetto «esame di idoneità al consumo «che spesso, fortunatamente, non viene rilasciato. Bisogna infine sfatare alcuni miti come quello dell’aglio cotto che diventa nero in presenza di funghi velenosi o quello dei funghi commestibili perché mangiati da parassiti o animali, oppure che tutti i funghi nati negli alberi sono buoni. L’ultimo consiglio – conclude Manganelli - è quello di porre molta attenzione per i prossimi funghi invernali che per tradizione creano maggiore confusione nei cercatori».