LAURA VALDESI
Cronaca

Alluvione, corsa contro il tempo per ripartire: “Solidarietà da amici e contradaioli”

Trenta gli ocaioli che sono andati ad aiutare Stefano Bernardini al ’Brico’. “Nella disgrazia un gesto molto bello”. Il farmacista Antonio Laguardia racconta la straordinaria catena di sostegno che ha permesso di riaprire

Siena, 21 ottobre 2024 – Un giano bifronte, l’apocalisse d’acqua che ha travolto Siena causando danni e disagi finora inimmaginabili nella nostra città. Da un lato scene da film, salvataggi, distruzione delle attività, merce rovinata e corsa per ripartire, sia in Massetana Romana, l’area più colpita, ma anche a San Miniato. Il rovescio della medaglia si chiama invece solidarietà. Quella ricevuta da chi, nell’emergenza improvvisa, ha visto materializzarsi amici, vicini, conoscenti e contradaioli. Che si sono rimboccati le maniche.

“Un aiuto importantissimo quello ricevuto da una trentina di ocaioli venuti al negozio a lavorare e a sgombrare”, conferma Stefano Bernardini di ’Brico’ in Massetana. La sua attività è stata forse quella maggiormente penalizzata dall’ondata di piena di giovedì sera. “Il lavoro da fare per ripartire è davvero tanto – prosegue–,oltre alla famiglia e agli amici che non sono contradaioli, è stata una bella dimostrazione di solidarietà l’aiuto degli ocaioli. Adesso siamo nella fase in cui occorre attendere che venga il perito e decidere come procedere. Ci sono computer da riavviare, infissi rotti da aggiustare, impianto elettrico da revisionare reparto amministrativo completamente divelto. Vediamo cosa si può recuperare”.

“La solidarietà vince sull’acqua”. Una frase, quella del titolare della farmacia Laguardia a San Miniato, colpita duramente dal torrente d’acqua provocato dal nubifragio, che riassume bene la reazione della città ma, al contempo, guarda avanti. E invoca interventi. “L’evento atmosferico ha causato ingenti danni in molte zone ed attività lavorative della nostra città. In meno di dieci minuti, abbiamo visto parte del nostro lavoro svanire senza poter far nulla. Quando l‘acqua ha smesso di salire ci siamo subito messi a lavoro. Le farmaciste con le quali lavoriamo, Annarita Vigilanza, Silvia Lachi e Sara Beccastrini con i loro familiari e due ragazzi, fratello e sorella, che non avevamo mai visti, si sono presentati con secchi e scope pronti ad aiutarci a ripulire. Anche la famiglia della dottoressa Luisiana Memushaj, la fisioterapista, si sono uniti a noi nonostante avessero anche loro lo studio allagato. Un gesto che ha riscaldato il nostro cuore. Da quel momento l’aiuto è stato continuo parenti, amici, giovani e adulti sono accorsi ad aiutarci portando anche il materiale per pulire o qualcosa da mangiare. In tre giorni più di cinquanta persone si sono alternate ininterrottamente. Non eravamo soli, anche le altre attività commerciali colpite hanno reagito con lo stesso spirito di solidarietà. Ci siamo sostenuti l’un l’altro con parole di incoraggiamento ma anche con gesti concreti. Giuseppe, il proprietario del ChekPoint, ha rimesso in sesto i computer, Raffaele il falegname le cassettiere dei farmaci, Massimo l’impianto elettrico, i baristi un caffè caldo mentre tante, tante mani ripulivano. Vorremmo poter nominare uno ad uno tutti, ma sono tanti. Un ringraziamento va anche a chi si è occupato di raccogliere la quantità di rifiuti che abbiamo accatastato lungo la strada. Il lavoro non è ancora finito e i danni sono ingenti, ma grazie all’aiuto di tutti, oggi (ieri, ndr) abbiamo riaperto”. E conclude: “Rimane comunque da fare una riflessione su quanto è accaduto, senza alcuna polemica ma con intenzioni costruttive. Capire come mai non siamo riusciti ad affrontare un evento del genere, visto che circostanze di tale portata sono sempre più frequenti e chiederci concretamente, con un impegno collettivo, serio e profondo cosa fare per prevenire e proteggere le nostre vite e i nostri beni”.