Siena, 3 novembre 2024 – “Aspetta, mi allontano un attimo. Qui c’è troppo rumore”, dice Michele Drimaco. In strada ci sono le idrovore, lui sta aiutando a spalare il fango con altri volontari. “Un disastro. Abito sopra al supermercato di Benetusser, la mia macchina era nel posteggio al -2. Poco importa. Ma anche quello del centro commerciale è ancora tutto allagato, ho visto persone trascinate lì dentro dalla furia della piena... Non voglio pensare cosa troveranno i pompieri all’interno”. Cambia tono di voce il 40enne senese, contradaiolo del Bruco, che da tempo vive a lavora alla periferia di Valencia, in Spagna. Epicentro della tragedia causata dal maltempo costata già la vita a decine e decine di persone. “Adesso prevale l’adrenalina, la spinta ad impegnarsi per ripartire. Poi ci sarà il crollo, difficile togliersi dalla testa certe scene che vedevi prima durante il telegiornale e ora hai vissuto direttamente”, ammette Drimaco.
Dove era al momento dell’ondata di piena?
“Lunedì sera sono rientrato in Spagna da Siena. Martedì ero a lavoro. Sono responsabile del servizio clienti Ford per il mercato italiano, l’azienda alle 16 ci ha detto di andare via per l’allerta rosso. Ne è poi arrivata una simile dalla scuola: sono corso a prendere i figli. Poi alle 19,30 sono iniziate le urla. Le finestre di casa non si affacciano sulla strada. ’Arriva l’acqua, arriva l’acqua’, le grida. Non pioveva, neppure una goccia. E’ arrivata la piena. Saliva velocemente, così ho chiesto ospitalità al terzo piano. Di sotto le auto portate via, le persone in difficoltà. Era già saltata la corrente”.
Ha salvato diverse persone.
“Siamo scesi al primo piano, rompendo il vetro di una finestra del vicino per andare in terrazza. Abbiamo lanciato da lì il tubo di gomma per annaffiare alle persone che se lo sono legato e le abbiamo tirate su. Al sicuro. Cinque, sei. Altre sono state trascinate all’interno del posteggio dalla piena. C’era tanta gente a fare la spesa al supermercato”.
Poi era in pensiero per la madre dei suoi bambini.
“Mi chiedevano della mamma. Fortunatamente sono riuscito a contattarla. Era in strada quando è arrivata l’ondata per cui, compreso il pericolo, ha lasciato andare l’auto e si è infilata nella prima casa che ha trovato”.
Si è rimboccato le maniche per aiutare chi ha bisogno.
“Sono andato da una collega che era a pianterreno, tutto da buttare lì. Ho spalato, aveva bisogno il mio barbiere e gli ho dato una mano. Così con chiunque fosse in difficoltà”.
Ci sono stati episodi di sciacallaggio?
“Il supermercato è stato saccheggiato, persone che uscivano con carrelli pieni di ogni cosa. Persino dalla scuola dei miei figli, che è stata distrutta dalla piena, hanno preso lim e tablet”.