di Massimo Cherubini
Chiusa al traffico la provinciale che conduce alla vetta dell’Amiata. Questa volta non a causa degli alberi caduti sulla carreggiata ma per la straordinaria affluenza di…. amanti della neve. Non si può sciare ma tanti e poi tanti sono andati a trascorrere una giornata sulla neve. Un traffico delle grandi occasioni. Ben presto i posti dei parcheggi della vetta sono stati tutti occupati con auto lasciate lungo la strada. Che hanno provocato una ulteriore riduzione di carreggiata che non consentiva il normale scorrimento del traffico. Da qui la decisione di bloccare, all’altezza del secondo rifugio, ma poi anche più a valle, il traffico. Affluenza straordinaria che ha dato un po’ di "ossigeno" a bar e ristoranti della zona. Presenze anche negli alberghi, Ci sono stati ospiti per ’vivere’ ore con la neve. Ma a far che cosa visto che gli impianti di risalita sono chiusi, causa il blocco dell’attività sciistica? Gli impianti di risalita (quelli collaudati e pronti per essere messi in funzione) restano chiusi. Unica cosa possibile passeggiare sulla neve. Divertirsi facendo delle palle di neve o con una piccola discesa con le slitte, che in tanti hanno portato da casa. Già perché i noleggi di questi accessori sono chiusi. Non possono noleggiare nulla. Né slitte, né, tantomeno, sci. Con non poche difficoltà per i gestori pressati da richieste non consentite. Tutto bloccato, come il traffico che ha impegnato per molte ore agenti della Polizia Municipale, carabinieri e anche uomini della Polizia Provinciale. Fin dal primo rifugio, dove da anni non si vedeva tanta neve, c’era gente, tanta gente. Una montagna che ieri è tornata a vivere anche se rattristata dall’improvvisa morte di un pioniere. Millo Arezzini, della stazione. E’ stato tra i primi maestri di sci, un trascinatore sempre pronto sostenere le tesi dell’unità operativa dell’Amiata (lui del versante grossetano) nell’interesse di tutti i comuni del comprensorio. Un personaggio, gestiva un bar nell’area de "Le Macinaie", che se n’ andato stroncato da un infarto fulminante. Per gli operatori della zona questa è stata la notizia che ha rattristato una giornata che, almeno per alcune ore, ha fatto dimenticare tante amarezze.