MONTEPULCIANO
‘Amore mio. I segni della presenza’: una mostra fantastica che Innovò nel mondo dell’arte; la mia unica esperienza di collettivo. Gli artisti si autoconvocarono a Palazzo Ricci. Mancavano un architetto per l’allestimento e un critico: io e Achille Bonito Oliva siamo stati cooptati". Piero Sartogo, grande firma dell’architettura, racconta la mostra che nel 1970 elevò la città poliziana nel mondo dell’arte. Nel cinquantesimo anniversario, la ricorda ‘Montepulciano, amore mio’, progetto della Strada del Vino Nobile e dei Sapori della Valdichiana Senese. L’8 dicembre nel centro saranno sistemati, fino al 6 gennaio, dei pannelli: ispirati da questo primo evento del decennio, rimanderanno agli anni settanta. Decisivi per lo sviluppo di questa comunità che accolse il Cantiere Internazionale d’Arte, il Bravìo delle Botti, adottò il primo Piano Particolareggiato, per arrivare al 1980 con il Vino Nobile prima Docg in Italia. ‘Montepulciano, amore mio’ consolida l’identità di questa collettività, tanto più in un periodo orfano di occasioni . La Strada, braccio operativo di questo mercato turistico, commercializzerà voucher turistici futuri, validi quando gli spostamenti torneranno liberi: investimento certo su Montepulciano territorio ad alto valore.
"’Amore mio’ - continua Sartogo -, un titolo tanto originale, in particolare cinquant’anni fa, quanto adatto alla mostra. Nel post ’68, inaugurò un metodo artistico: quello di responsabilità di configurarsi al di fuori della mediazione della critica e dei musei". Diciassette gli artisti: Carlo Alfano, Getulio Alviani, Mario Ceroli, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Gino Marotta, Fabio Mauri, Mario Merz, Mario Nanni, Maurizio Nannucci, Michelangelo Pistoletto e Vettor Pisani, Paolo Scheggi, Cesare Tacchi. "I soldi erano pochi ma riuscii a realizzare un allestimento che conciliava le aspirazioni di ognuno ad emergere: un sistema di binari con percorsi a sorpresa, realizzati con materiali recuperati". In mostra, opere di alto livello e innovative come il progetto di Michelangelo Pistoletto: invitò ad esporre nel suo spazio Vettor Pisani, accompagnando la scelta con la narrazione di un sogno. Oppure gli alberi di plastica di Gino Marotta: una natura artificiale a confronto con i paesaggi dei dipinti di Giotto, Raffaello, Albertinelli.
"La mostra ebbe tanto successo che replicai il modello al Maxxi di Roma. Vincente l’idea di Montepulciano oggi di valorizzarla uno stimolo a trasformare il successo del passato in un’occasione per il futuro".
Antonella Leoncini