E’ un rincorrersi di interventi del mondo imprenditoriale per chiedere a gran voce la riapertura dell’aeroporto di Ampugnano. Una storia lunga, che i senesi conoscono bene, e che dopo tante vicissitudini ha messo una pietra tombale su questa infrastruttura che ora, a distanza di qualche anno, gli imprenditori chiedono con determinazione torni ad essere funzionale perché il futuro del turismo di lusso a Siena passa da Ampugnano.
La partita potrebbe essere ancora tutta da giocare, almeno sul fronte politico, con l’impegno dell’onorevole di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti che, proprio a La Nazione, aveva dichiarato un paio di mesi fa: "I progetti ci sono, i primi lavori no. Enac servizi ha stanziato un milione 850mila euro per Ampugnano e a breve andrà a gara il progetto pilota. Vogliamo rilanciare il territorio a livello turistico. Dobbiamo attrarre investimenti, non basta più brillare di luce propria. Siena sconta il ritardo infrastrutturale causato dalla sinistra che ha governato negli ultimi 50 anni".
Dunque, parallelamente agli appelli del mondo produttivo legato al turismo, c’è il tentativo della politica senese di portare a casa questa infrastruttura anche per rompere l’eterno isolamento del territorio dalle principali autostrade e dall’alta velocità. Il cerino è in mano a Enac che deve pubblicare il bando per la gestione.
I tempi della politica, si sa, non coincidono quasi mai con quelli degli imprenditori ma questa volta il pressing è talmente forte e la richiesta dal mondo produttivo è così motivata da pensare che si possa davvero riprendere in mano la "pratica-Ampugnano" e trasformare questo scheletro in un gioiello degno di una provincia unica come quella di Siena.
Michela Berti