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"Ampugnano, sostenibilità economica e ambientale decisiva"

Il Comitato Ampugnano critica il Piano strategico nazionale Aam di Enac e si oppone ai progetti per lo scalo, sottolineando la mancanza di sostenibilità economica e ambientale.

Un’immagine dello scalo di Ampugnano: sul suo futuro si dibatte da tempo, in attesa che arrivi una soluzione definitiva

Un’immagine dello scalo di Ampugnano: sul suo futuro si dibatte da tempo, in attesa che arrivi una soluzione definitiva

Non si placa il dibattito sul futuro dello scalo di Ampugnano. Dopo l’annuncio dell’investimento di Enac, le ipotesi di progetti privati, la contrarietà dell’amministrazione comunale di Sovicille favorevole a una riconversione dell’area, gli interventi di forze e movimenti politici favorevoli invece a un rilancio della funzione aeroportuale, il Comitato Ampugnano ribadisce la sua contrarietà agli interventi delineati in alcuni interventi delle ultime settimane.

Per il Comitato, sono in azione "coloro che hanno sempre preconizzato e perseguito uno sviluppo di Ampugnano senza porsi mai il problema della sostenibilità economica e ambientale. Il Comitato, quando si è opposto a progetti cervellotici, lo ha fatto sempre con una attenta valutazione dei costi-benefici e con forti approfondimenti sulle tematiche aeroportuali (analisi dei bilanci degli aeroporti minori, legislazione aeroportuale, piani aeroportuali di altre nazioni, ecc..)".

Per il Comitato, nel Piano strategico nazionale Aam (2021-2030) di Enac si individuano "linee guida da perseguire per lo sviluppo dei trasporti mediante apparecchi (droni ecc...) elettrici a decollo verticale che in genere dovrebbero usare i cosiddetti ’vertiporti’ e che dovrebbero riguardare essenzialmente le grandi aree metropolitane. Quel Piano sostanzialmente prevede per il 2026 lo sviluppo di un quadro regolatorio per abilitare i primi servizi in alcune zone del Paese in occasione di grandi eventi, come il Giubileo 2025 e i Giochi olimpici Milano-Cortina 2026. Cosa c’entra Ampugnano con tutto questo?".

Il problema è capire, osserva il Comitato, "per quale motivo Enac, invece di attuare il Piano aeroportuale, che prevedeva il passaggio del demanio degli aeroporti minori alle Regioni, abbia deciso di gestirli in maniera surrettizia, attraverso una società in house, con un chiaro conflitto di interessi e fuori da ogni previsione statutaria".