Fra il dolore ed il nulla Andrea Friscelli sceglie convinto il primo: da qui scaturisce la forza per realizzare il libro più difficile, ma sicuramente più spontaneo, della sua bibliografia, ‘Il mio cantiere’ ovvero ‘Diario intimo di un lutto’, per la Joyprint. E ci insegna a non nascondere questo stato d’animo, che esce dalla perdita della moglie Paola, perché è il frutto della passata felicità, dei giorni trascorsi, quasi un pegno da pagare per quello che era nato dal loro rapporto. E’ un testo difficile, dove il personaggio principale ci saluta nelle prime pagine, ma resta sempre presente e aiuta Friscelli, uomo di grande sensibilità qui tradotta in un linguaggio stupendamente accorato, a percorrere da solo un cammino che a prima vista stenta a riprendersi. In realtà l’autore mostra una dignità alle avversità che segna il libro ma anche il lettore, perché la felicità raduna ma il dolore riunisce: se stesso, gli altri familiari, con il senso vero della vita. Diceva il buon Shakespeare che tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano: il merito di Andrea Friscelli è restituire al lettore proprio il senso di abbandono, di vuoto, che un lutto ci regala a piene mani. Libro bello quanto scomodo, pieno di cicatrici: sono i segni della sofferenza.
Massimo Biliorsi