
Neri mostra uno degli animali che custodisce con amore a Scrofiano
Siena, 28 dicembre 2018 - Cavie peruviane, draghi del deserto australiano, conigli ariete, ricci africani, mini ghiri ma anche esemplari di boa-constrictor. Sono gli animali, inusuali da queste parti, che ti trovi di fronte andando a casa di Roberto Neri, nella campagna di Scrofiano, all’ingresso della quale c’è anche un laghetto con carpe koi. «Una passione che viene da lontano – spiega Roberto – che è nata fin da piccolo quando avevo a che fare con cani e gatti prevalentemente. Poi col tempo mi sono sempre più appassionato alla cura e alla custodia di ogni tipo di animale, molti dei quali regalatimi dai rispettivi proprietari che volevano disfarsene per sopraggiunti motivi di spazio. Ma anche per trasferimenti di residenza o di lavoro.
Un anno fa – continua – ho addirittura soccorso una volpe in mezzo alla strada investita da una autovettura; l’ho curata, accudita e poi riconsegnata ad una riserva naturale dell’Amiata. Ora posseggo varie decine di esemplari tra rettili, uccelli e roditori che custodisco gelosamente in una sorta di reptil-room, in teche e gabbie apposite. E’ un lavoro complesso, al quale dedico almeno due ore al giorno tra pulizia, alimentazione, visite dal veterinario, ma sono molto soddisfatto. Ho curato e allevato una cornacchia grigia che è di fatto addomesticata e vive libera intorno a casa e al mio comando passa dalla mia mano a quella di mio padre anche a distanza».
Qual è l’animale più delicato? «Sicuramente il coniglio ariete, perché bisogna stare molto attenti nella sua alimentazione perché se colpito da diarrea muore in pochi giorni. E anche un impegno finanziario importante perché tanto per fare un esempio devo acquistare settimanalmente insetti vivi per alimentare i draghi australiani, e poi carne per i serpenti, semi per gli uccelli, erba e fieno per le cave peruviane e i roditori, apposite miscele per i conigli. Devo controllare quotidianamente anche la temperature e le caratteristiche tecniche delle teche perché mentre il boa-constrictor deve vivere con almeno 28-30 gradi di temperatura che ho risolto con un tappeto riscaldato, i draghi australiani hanno invece bisogno del caldo proveniente dall’alto, prodotto da apposite lampade, perché abituati a vivere sotto il sole cocente. Ho anche un ratto da compagnia – conclude – che spesso porto in giro con me al guinzaglio quando vado a fare l’aperitivo anche se in qualche bar ultimamente mi hanno posto il veto!»