PINO DI BLASIO
Cronaca

Anticorpi Tls, effetti e colpe del flop Imprese e ricerca in attesa di soldi

Le domande degli studenti a Rappuoli e l’indice puntato contro la burocrazia e la variante Omicron. I finanziamenti del ministero e lo statuto del Biotecnopolo congelati da mesi, in attesa di decisioni

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di Pino Di Blasio

Gli studenti dei Licei Poliziani non hanno usato giri di parole nel fare domande a Rino Rappuoli, due settimane fa a margine di un evento del Rotary a Chianciano. Dopo la presentazione di due borse di studio andate a giovani ricercatori di talento, uno dei quali del team Tls, che studieranno negli Stati Uniti per diversi mesi, i ragazzi hanno chiesto a Rappuoli come si sentisse dopo il flop degli anticorpi monoclonali made in Siena e quale fosse la causa di quei ritardi. "Non avevo fatto i conti con la burocrazia italiana e con gli effetti delle norme sulla privacy - ha replicato lo scienziato a capo del Mad Lab, che ha partorito gli anticorpi monoclonali Tls - che ci hanno ostacolato nel trovare gli 800 pazienti ai quali somministrare il farmaco per la sperimentazione. Poi è arrivata la variante Omicron che ha reso inefficaci l’85% degli anticorpi, anche quelli già autorizzati".

Una replica che non ha convinto troppo i ragazzi. E ci è voluta l’arringa a difesa della ricerca del Mad Lab, la pervicacia con cui la Fondazione Tls è entrata in concorrenza con i colossi di Big Pharma, da Pfizer a Eli Lilly e Regeneron, forti di centinaia di scienziati e di pazienti da pagare e arruolare come cavie, per raccontare ai giovani liceali che quella battaglia è stata comunque un successo. Ma sarà davvero così? Le magnifiche sorti e progressive, che hanno accompagnato ogni piccolo passo degli anticorpi Tls, produrranno alla fine gli effetti sperati?

L’interrogativo coglie Siena e il sistema economico del territorio in mezzo al guado. Grazie agli anticorpi di Rappuoli e del Mad Lab, Tls è stata meta di pellegrinaggio della politica italiana in questi anni di pandemia. Prima i candidati alla presidenza della Regione, da Eugenio Giani a Susanna Ceccardi accompagnata da Matteo Salvini. Poi il ministro della Salute Roberto Speranza, che annunciò lo stanziamento di circa 80 milioni di euro per sviluppare gli anticorpi, tramite Invitalia e poi il Ministero per lo sviluppo economico. Infine il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Siena per l’inaugurazione dell’anno accademico, prima della rielezione.

Grazie al farmaco sviluppato da Tls è nata una nuova società, Tls sviluppo, con 15 milioni stanziati per il 30% delle quote. E il ministero guidato da Giorgetti avrebbe dovuto firmare un atto per destinare altri milioni di euro allo stabilimento per la produzione di prototipi di vaccini e anticorpi, oltre a coprire le spese per la sperimentazione.

Non c’è stata solo la privacy che ha generato il flop. Anche la scelta di bypassare la sanità territoriale, gli ospedali delle Asl, privilegiando policlinici e grandi aziende dove dominano le logiche baronali e gli interessi di bottega, ha pesato sullo scarso successo del reclutamento di positivi ai quali somministrare gli anticorpi. Il risultato è che, solo dopo una decisione della Regione Toscana sul consenso informato in occasione dei tamponi, i tre poli di Siena, Pisa e Firenze hanno visto salire i positivi da sottoporre ai test e sfiorare quota 200. Assieme alla sessantina di pazienti arruolati a Parma, il numero era ancora lontano dai 400 che servivano per il primo step della fase 2. Gli altri 10 policlinici in Italia, designati per i test, hanno arruolato solo una dozzina di persone. Fregandosene altamente della potenzialità di un farmaco made in Italy contro il Covid, di un anticorpo molto più efficace e molto meno costoso di quelli delle multinazionali. Almeno fino a quando non è arrivata Omicron.

Dopo lo stop alla sperimentazione, il team guidato da Claudia Sala si è rimesso al lavoro per isolare un anticorpo contro tutte le varianti. Nel frattempo è arrivata anche la legge di bilancio che istituisce la nascita della Fondazione Biotecnopolo. Ci sono 5 commi nella legge di bilancio approvata a dicembre che sanciscono entità dei finanziamenti per il Biotecnopolo senese, così come la scelta di Siena hub nazionale contro le pandemie. I quattro ministeri e la Fondazione Tls avevano 90 giorni di tempo per scrivere lo statuto della Fondazione e definire la governance. La scadenza è ormai vicina, ma dello statuto non si sa nulla. Così come dei milioni che il Mise doveva destinare a Siena. E il tempo passa, aspettando Godot.