MARCO BROGI
Cronaca

Archeodromo, ’assalto’ di visitatori. Già 9mila prenotazioni in primavera

Da qui a inizio giugno il museo en plein air dedicato all’Altomedioevo sarà affollato dalle scolaresche

Da sempre l’Archeodromo di Poggibonsi viene scelto dagli istututi scolastici

Da sempre l’Archeodromo di Poggibonsi viene scelto dagli istututi scolastici

E’ boom di gite scolastiche all’Archeodromo di Poggibonsi. Sono oltre 9mila gli studenti che da qui a inizio giugno visiteranno il primo museo italiano en plein air dedicato all’Altomedioevo. Arriveranno da ogni parte d’Italia per una colta e divertente immersione nella storia e nell’archeologia.

"Si tratta di dati a nostro avviso importanti, per un progetto sperimentale che ha avuto la capacità di imporsi come una esperienza ricercata e apprezzata dalle scuole non solo locali ma di tutta Italia – afferma l’assessora alle Cultura, all’Istruzione e alla Formazione, Elisa Tozzetti –. Un’esperienza basata su elementi innovativi, rigore scientifico, capacità narrativa e anche sulla passione e sulla competenza di un gruppo persone guidate dal professor Valenti. Con i lavori di completamento già definiti l’intero progetto crescerà e diventerà sempre più centrale nella valorizzazione formativa, didattica ed educativa della collina di Poggio Imperiale, con nuove opportunità in chiave turistica".

"L’Archeodromo è un Archeological Open Air Museum di caratura europea – spiega Marco Valenti, direttore scientifico del parco archeologico – Non si tratta di un classico percorso di visita con accesso agli edifici e guide che forniscono spiegazioni. Al contrario, il visitatore entra in un insediamento ancora pienamente vissuto e utilizzato. A popolarlo e animarlo sono gli archeologi che lo hanno costruito e che continueranno a farlo. Ognuno di loro assume un nome tratto da fonti archivistiche coeve dell’area circostante e un mestiere specifico. All’interno e all’esterno delle strutture, indossano abiti ricreati sulla base di iconografie e fonti archeologiche, svolgendo attività attraverso rievocazioni, sperimentazioni e racconti".

E ancora: "Non si tratta di una semplice rappresentazione teatrale. Il visitatore può interagire, porre domande sulle attività in corso o persino cimentarsi nell’uso degli strumenti, dunque mettersi in gioco – conclude Valenti –. Il progetto si colloca all’incrocio tra archeologia sperimentale, archeologia imitativa e living history, con l’obiettivo di coinvolgere esperti e appassionati, ma soprattutto famiglie e scolaresche, target di riferimento principale. La disseminazione dei contenuti avviene attraverso i gesti della vita quotidiana e tramite eventi strutturati con specifiche narrazioni tematiche per approfondire aspetti sociali, culturali, religiosi, militari ed economico-produttivi del villaggio, restituendo un quadro il più possibile fedele ai risultati acquisti dalle ricerche".