Aprire ancora più porte al turismo e chiuderle ai vandali. E’ il doppio obiettivo del progetto, approvato in queste ore dal Comune di Poggibonsi, per il potenziamento dell’Archeodromo, primo museo italiano en plein air sull’ Altomedioevo. Un intervento da 375 mila finanziato con fondi comunitari e che prevede la realizzazione di altre sei capanne (che andranno ad aggiungersi alle 9 attuali) e di una adeguata illuminazione. "Sarà una illuminazione suggestiva, evocativa di quella utilizzata al tempo a cui fa riferimento la ricostruzione- spiega l’amministrazione comunale- che permette di ampliare il livello di fruizione dell’area e che rappresenta un deterrente per eventuali atti di vandalismo e danneggiamento delle strutture". Atti vandalici che purtroppo non sono mancati da qualche anno a questa parte. "Ci auguriamo che i lavori possano iniziare a luglio- spiega il direttore scientifico del parco archeologico, Marco Valenti, docente di Archeologia medievale all’Università di Siena. Salvo imprevisti saranno completati entro la seconda metà del 2025. Con questo intervento quello di Poggibonsi sarà più grande Archaeological Open Air Museum in Italia" Poggibonsi, dunque, continua a investire su un museo che, lo dicono i numeri, è sempre più attrattivo. L’Archeodromo viaggia alla media di 20 mila presenze all’anno. Intenso anche il rapporto con le scuole: da febbraio a maggio sono arrivati in gita scolastica oltre 7 mila studenti da tutta Italia. Numeri destinati a salire con l’ampliamento di un museo a cielo aperto teatro durante l’anno di tanti eventi mirati. Una formula, quella delle ricostruzioni storiche all’Archeodromo, che si sta rilevando vincente. Chi fa tappa quassù si immerge nell’atmosfera di un villaggio di epoca carolingia, con tanto di artigiani e guerrieri in costume, rievocazioni di battaglie e di fatti storici che uniscono rigore filologico, spettacolo, partecipazione attiva del pubblico che viene reso protagonista delle scene in costume rappresentate.
"L’esperienza dell’Archeodromo- conclude Valenti- è un esempio virtuoso di archeologia pubblica. Archeologia come strumento di formazione, di didattica, di promozione turistica". Come dire, insomma, che Poggibonsi punta molto anche sulla cultura e sulla sua storia. Presto anche il restauro della duecentesca Fonte delle Fate. Il passato vola nel futuro creando ricchezza.