Ha risposto con un secco ’no’ all’intimazione del rapinatore, che, pistola in pugno, ha fatto irruzione nel bar, un locale ubicato ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata, dove stava lavorando. Il malvivente le ha detto: "stenditi a terra". Ma lei, Sara Mannini 68enne, si è rifiutata sfidando il malvivente. "L’istinto - dice Sara - mi ha portato a quella reazione nonostante avessi visto che la pistola a tamburo non aveva il cappuccio rosso. Vera, non vera. Non lo so. Ma mi sono opposta e ho seguito attentamente - aggiunge - tutto ciò che ha fatto, e portato via, nei pochi minuti rimasto dentro al bar".
Il rapinatore ha portato via tutto quello che poteva prendere – refurtiva per un valore di circa tremila euro - dileguandosi in fretta. La forza di reazione di Sara non si è fermato alla disobbedienza. Prima ha, inseguito il rapinatore, a bordo di un Ape Piaggio, lo ha speronato più volte nel tentativo di fermarlo. Fin quando, a forza di botte il motore dell’Ape si è fermatoi. Il giovane, che dovrebbe avere tra i 25 e i 30 anni, si è dato alla fuga per i campi. Salendo fino a Vivo d’Orcia, il paese più alto dell’Amiata, dove ha rubato una Suzuki, a bordo della quale si è dato alla fuga.
La storia della donna coraggio prosegue. Dopo aver denunciato i fatti ai carabinieri nel pomeriggio, è riuscita a ritrovare anche parte della refurtiva. In compagnia della figlia Simona è partita dal posto dove il rapinatore si è dato alla fuga ha percorso il tracciato della vecchia provinciale, fino a Vivo d’Orcia, dove l’uomo ha rubato l’auto. Mamma e figlia hanno ritrovato gran parte delle cose che erano nello zaino di Sara. Anche il secchiello, vuoto, dove erano stati nascosti i soldi dell’incasso. Non c’era l’ipad di ultima generazione, con la scheda telefonica. Pochi i soldi mentre i documenti personali li teneva da un’altra parte.
"Ricordo tutto per filo e per segno. Da quando, poco dopo le tre di questa mattina ho parcheggiato la macchina proprio accanto all’Apetto rosso. Il bandito - racconta Sara Mannini - era dentro. Quando sono scesa si è coperto il volto. Mi ha fatto scattare il pensiero, ho temuto, come poi è successo, che mi stesse aspettando. Poco dopo, infatti, e entrato nel locale. Ho rifiutato di stendermi a terra. Istintivamente avrei voluto aggredirlo. Le sue mani tremavano, ho pensato che potevo davvero fermarlo ancor prima che iniziasse a cercare soldi e oggetti da portar via".