Lascia il carcere dopo due settimane e va ai domiciliari con il controllo del braccialetto elettronico il tenente colonnello Sergio Turini, comandante della compagnia carabinieri di Prato (e prima alla guida di quella di Poggibonsi), arrestato il 30 maggio scorso con l’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico delle forze di polizia e peculato. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. L’udienza, durata più di cinque ore, si è tenuta martedì scorso. Il legale di Turini, Giovanni Renna, aveva chiesto l’annullamento della misura che aveva disposto la custodia in carcere su richiesta della Dda di Firenze. All’udienza erano presenti i quattro pubblici ministeri: il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi (applicato da Prato). In quell’occasione, hanno depositato nuovo materiale da allegare agli atti raccolti in fase di indagini: il verbale della testimonianza di Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri (che non è indagato) e dell’altro carabiniere coinvolto e indagato per omessa denuncia.
CronacaArrestato per corruzione. Turini va ai domiciliari