E’ uscito ieri dal carcere per andare ai domiciliari con il braccialetto elettronico, il comandante della compagnia di Prato Sergio Turini, già al vertice dei Carabinieri di Poggibonsi, arrestato il 30 maggio. Nonostante il Tribunale del Riesame avesse disposto la sostituzione della misura già il 14 giugno, di fatto non era stato possibile applicarla per mancanza dell’apparecchio di controllo a distanza (il braccialetto elettronico), disponibile da ieri mattina.
Secondo l’accusa, Turini si sarebbe messo a disposizione di imprenditori, italiani e cinesi, accedendo abusivamente al sistema banca dati delle forze dell’ordine per fornire informazioni. Almeno 99 gli accessi individuati. In particolare, sempre secondo l’accusa, avrebbe fornito a Riccardo Matteini Bresci, amministratore delegato del Gruppo Colle di Prato, informazioni su indagini, coperte da segreto, relative a dipendenti e notizie su industriali. In cambio, l’imprenditore avrebbe pagato un viaggio negli Usa al figlio del tenente colonnello e avrebbe interceduto con il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli perché si attivasse con il comando generale dell’Arma dei carabinieri per evitare il trasferimento via da Prato di Turini. Sempre il tenente colonnello, secondo l’accusa, avrebbe procacciato clienti all’amico Roberto Moretti fornendogli informazioni ricavate abusivamente dalla banca dati in uso alle forze dell’ordine in cambio di bottiglie di vino del valore di oltre 1.800 euro.
E’ probabile che la Turini chieda nei prossimi giorni di essere interrogato in procura. Il suo avvocato, Giovanni Renna, ha chiesto il dissequestro della cantina di vini pregiati del suo assistito. La cantina è stata messa sotto sequestro dalla Procura che sta indagando per capire se le pregiate bottiglie fossero "merce di scambio" per i favori che il militare, usando la sua posizione, faceva a imprenditori della zona. Ancora il giudice non si è espresso sul dissequestro. La Procura ha disposto la consulenza di un esperto di vini, chiamato a valutare il valore della cantina del colonnello Turini, appassionato di vini da sempre. In tutto sono state esaminate oltre 500 bottiglie. Tra queste ce ne sono alcune da intenditore e molto costose, come un Tignanello da 450 euro, due Le Pergole torte Monteverdine da 700 euro e anche una magnum di Sassicaia del 2003 dal valore di 750 euro. La stima totale della "cantina" indicata dal consulente ammonterebbe a circa 31mila euro.