di Laura Valdesi
SIENA
"La Bacchetta magica", l’asilo dove si sente ancora profumo di famiglia. "Il nome? Fu scelto in maniera estemporanea, dovevamo decidere in modo rapido. Fu Elisabetta ad avere l’intuizione", racconta Valentina Becatti, coordinatrice pedagogica interna e vice presidente della cooperativa che raggiunge quest’anno il traguardo dei 25 anni di vita. Un po’ fatine con la bacchetta magica lo sono state davvero quelle ragazze, ora donne adulte, che hanno realizzato un esempio positivo di imprenditoria femminile in città. "Siamo sempre state nella sede di via don Minzoni dal 29 novembre 1999 quando, quasi per scherzo, decidemmo di creare questa società in tre, io e due sorelle, tutte poco più che ventenni", prosegue Becatti che è la ’voce’. Anche se, andando per anzianità, la più grande è presidente della cooperativa, Valentina Giorgetti, Becatti è appunto la sua vice mentre Elisabetta Giorgetti fa parte del consiglio. Tutte educatrici all’interno del nido. Come Giulia Mascagni, con loro dal 2007, che insieme all’ausiliaria Rosalba Confettoni completano lo staff.
Come festeggerete un quarto di secolo di vita la prossima settimana?
"Con semplicità, è sempre stata la nostra cifra. Brindisi e torta. Tutti all’inizio dicevano ’vedrete poi che quando fra amiche si mette di mezzo il lavoro non funziona’. Invece ce l’abbiamo fatta. Quando per svolgere un’attività ti scegli è sempre un vantaggio. Fra noi c’è intesa, complicità che percepiscono i bambini, seppur molto piccoli perché ne accogliamo attualmente 25 dai 12 ai 36 mesi, ma soprattutto i genitori che poi ti danno fiducia. Naturalmente siamo accreditate al Comune di Siena, un’altra garanzia di qualità perché c’è un controllo costante del coordinamento pedagogico comunale".
In 25 anni avete visto cambiare il mondo.
"Basta pensare che all’inizio erano in auge plastica e colori, ora è tornato tutto in legno, in sintonia con la natura. E noi ci siamo adeguate ai mutamenti. Senza mai mollare. Dopo il brutto periodo del Covid siamo stati il primo nido privato a riprendere con la formula dei campi estivi, essere una cooperativa minuscola consente maggiore elasticità".
Qualche aneddoto divertente?
"Qui abbiamo visto bambine che, poi, da grandi e laureande sono tornate a fare il tirocinio. Tate che guardavano i piccoli che hanno fatto figli e li hanno voluti portare da noi. Un cordone ombelicale che non si è reciso. Ci sono stati poi i piccoli di giocatori della Mens Sana e anche della Ropbur, per non parlare di quelli dei contradaioli. Siena in fondo è un paesone e c’è il passaparola".
Siete molto attente anche a conservare l’identità senese.
"Abbiamo le bandiere delle Contrade e la pista dei barberi, durante la pandemia per avere i contributi della Regione dovevamo svolgere ore di lezione per conservare il legame con i bambini. Ricordo che costruimmo in diretta la pista, noi all’asilo e loro da casa, facendo le barberate, l’estrazione delle Contrade".
Il riconoscimento più bello ottenuto?
"Sono tutti speciali. A gratificare è soprattutto l’attestazione di stima delle famiglie. Una signora ci ha persino invitato a cena a casa sua, un segnale forte. E c’è chi, quando i loro piccoli sono andati alle elementari, chiamava comunque noi solo per avere un consiglio. Un punto di riferimento nella genitorialità anche in una fascia d’età diversa da quella di competenza".
Il sogno per ’La Bacchetta magica’?
"La sfida dei prossimi anni è dargli continuità, quando andremo in pensione. Non possiamo però contare sui nostri figli che hanno imboccato altre strade".