REDAZIONE SIENA

Assolto universitario: "Nessun bacio rubato. Non c’è stata violenza in quella residenza"

Il giovane assolto ieri dal tribunale "perché il fatto non sussiste". Il pm ha chiesto la condanna e 2 anni e mezzo. Motivazioni fra 90 giorni.

La parola fine sulla vicenda, molto delicata, è stata scritta ieri pomeriggio in tribunale

La parola fine sulla vicenda, molto delicata, è stata scritta ieri pomeriggio in tribunale

di Laura ValdesiSIENA"E’ l’imputato la vera vittima. Era lei che gli toccava i glutei". E ancora: "Se è vero che da subito la giovane non voleva più avere rapporti, dopo il primo, certamente non lo avrebbe dovuto invitare, c’è un messaggio al riguardo, 18 minuti dopo la mezzanotte ad andare nella sua stanza. La narrazione non torna". L’avvocato Domenico Carello, che difendeva l’universitario accusato di un bacio rubato in una residenza dove viveva anche la giovane che l’avrebbe subito, ha ricostruito la vicenda usando un puzzle di messaggi fra i due. Insinuando per oltre un’ora nel collegio presieduto da Fabio Frangini il dubbio della mancanza del consenso. Del ’no’ della giovane. E alla fine ha avuto ragione. Dopo poco più di mezz’ora di camera di consiglio è stata letta la sentenza: assolto con formula piena. Il fatto non sussiste. Nessuna violenza sessuale, dunque, sotto il profilo penale per quel bacio. E per il comportamento del giovane. Nè stalking. L’hanno abbracciato forte in aula, dopo la lettura del verdetto, i due amici, che lo avevano accompagnato ieri pomeriggio in tribunale. Il pm Elisa Vieri ha chiesto la condanna a due anni e mezzo declinando i riscontri che c’erano a suo avviso rispetto alle dichiarazioni della studentessa universitaria. Parte civile attraverso l’avvocato Claudia Bini che ha sottolineato come "durante il rapporto a cui non si era opposta, l’uomo aveva avuto un atteggiamento violento". Aveva preso le distanze da subito, rivendica. Di fronte alle perplessità della giovane l’uomo avrebbe reagito stringendole il collo. Sottolinea il passaggio di una testimone che aveva notato proprio i segni delle dita. Di qualcuno che l’aveva stretta forte. "Dopo il rapporto consensuale – prosegue il legale di parte civile – gli aveva scritto ’non voglio continuare, restiamo buoni amici’. Una decisione che non sarebbe stata accettata dallo studente perché inficiava il suo ruolo di maschio e di leader all’interno della residenza universitaria". E ancora: "Fra le varie strategie per allontanarlo quella, spesso utilizzata dalle donne, di un fantomatico fidanzato che voleva che mantenesse le distanze". L’avvocato sottolinea che l’imputato accusa addirittura la giovane "di avere un canale su OnlyFans. E che voleva un uomo più grande e più ricco da sposare". Chiede la condanna, un risarcimento del danno di 25 mila euro e l’eventuale sospensione della pena sottoposta anche ad un percorso di recupero. Inizia dall’incidente probatorio a smontare il racconto della ragazza, l’avvocato Carello. Si sofferma sullo stalking evidenziando che dopo i fatti lei lo aveva invitato ad una gita a Roma a cui lo studente non poteva partecipare. "Dove sta la persecuzione?", interroga. "Lei aveva davvero un ragazzo – aggiunge –, Viene confermato". Un florilegio di messaggi e frasi che compongono un quadro da cui risulta, sostiene Carello, che deve essere assolto "perché il fatto non sussiste e perché la condotta non è mai esistita". Cala dunque il sipario sulla vicenda. Resta ferma l’importanza, sollecitata dal rettore dell’Università Roberto Di Pietra in un messaggio alla comunità, anche alla luce del caso definito ieri in tribunale, di tenere alta la guardia su presunti episodi di violenza di genere.