"Non sono preoccupato dalla richiesta di riscatto, anche perché come pubblica amministrazione non possiamo pagare. Non è partita alcuna trattativa, alla quale non ci saremmo piegati. Siamo vigili e attenti di fronte alle minacce e a quanto potrebbe accadere". Il rettore Roberto Di Pietra riassume la reazione dell’Università, che è ancora sotto attacco hacker. Sono tre settimane che cybercriminali, ’Lockbit 3.0’ la loro sigla, si sono infiltrati nella rete informatica dell’ateneo senese e ieri sera alle 20 italiane è scaduto il loro ultimatum. L’ora X per far scattare la pubblicazione dei documenti sottratti sul dark web, in attesa di qualche ‘acquirente’.
"Domenica 5 maggio ci siamo accorti, attraverso i sistemi di allarme, che c’era qualcosa di sospetto. Poi la conferma dell’attacco hacker - è il racconto del rettore-. Lunedì abbiamo staccato la rete di Ateneo in entrata e in uscita e avviato le operazioni di verifica e bonifica dell’integrità dell’infrastruttura. Contemporaneamente è scattata la segnalazione all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e abbiamo presentato denuncia alla Polizia postale. Dunque l’attacco è stato fermato, ma le operazioni di bonifica e messa in sicurezza sono ancora in corso".
L’altro ieri l’ateneo ha scritto a tutta la comunità universitaria informando studenti e personale sulla situazione e sull’ultimatum: "L’organizzazione cybercriminale Lockbit 3.0 ha diffuso nel dark web la notizia dell’attacco e della esfiltrazione dei dati – si legge nella mail - pubblicando a dimostrazione alcune immagini dei documenti sottratti e dichiarando che procederà a renderli disponibili sul loro Dls (data leack site) dal 28 maggio alle 20.03 italiane. La lettera rientra in quanto previsto dall’autorità di garanzia dei dati personali, ovvero l’informazione ai diretti interessati del rischio di sottrazione di identità. L’ateneo da parte sua sta facendo in modo di ripristinare la sicurezza della rete e di rafforzarla. Cosa hanno estrapolato? Per lo più procedure interne di ateneo, gare, bandi e potrebbero esserci dati anagrafici di studenti, che dobbiamo informare direttamente".
Paola Tomassoni