Siena, 30 novembre 2022 - "Ha lanciato l’auto a tutta velocità, percorrendo oltre cento metri. Ha ripreso tutto, saltando dalla vettura all’ultimo momento. Se non avesse incontrato il fossetto delle acque la macchina sarebbe finita di sotto. Un volo di 35 metri, atterrando sulla strada delle Lellere che a Colle è molto frequentata". Scena degna di un film di 007 se non fosse che il video era stato inviato alla moglie che aveva chiesto la separazione dall’uomo. E che quest’ultimo si trova ora ai domiciliari tanto che ieri in tribunale era accompagnato dagli agenti durante il processo.
Voleva farla finita, il marito. Arrivato al punto di inscenare anche un finto incidente mettendo in allarme la famiglia, come ha raccontato il comandante della stazione dei carabinieri di Colle Annunziata. Chiamato dal pm Silvia Benetti a ricostruire una storia di maltrattamenti e di violenza privata che ha dell’incredibile, stando alle prime testimonianze dei militari dell’Arma. L’incipit nell’ottobre 2021, il culmine quando appunto inviò il video in cui tentava di suicidarsi, saltando dalla vettura all’ultimo tuffo. Il 25 marzo scorso l’ordinanza di custodia cautelare, moglie e figlia minore erano state portate in una struttura protetta mentre il figlio era rimasto con l’uomo.
"Minacciava di fare male a se stesso, con i figli è sempre stato un buon padre. Quando si ubriacava diventava un’altra persona", racconta dietro lo schermo protettivo la ex moglie mentre il marito l’ascolta per circa un’ora e mezzo serrando le mani, scuotendo a tratti la testa. La donna piange, più e più volte. Racconta con lucidità la sua odissea, da quando "promise che non avrebbe bevuto più ed andammo in vacanza a Venezia", al momento in cui fu costretta a vivere in un hotel accanto al suo posto di lavoro. Al telefono del figlio che l’uomo usava per mandarle messaggi.
In avvio di udienza il pm Benetti parla, rivolgendosi al collegio Carrelli Palombi, di 95 messaggi audio ma anche di diversi video inviati dall’imputato. La donna ricostruisce quando il 17 gennaio, dopo tanta sofferenza, decise di presentare denuncia perché l’uomo andò ad aspettarla con la sua Jaguar quando la donna si era recata a riprendere la figlia a scuola. "Aveva una pistola, tenuta dietro la schiena. Durante il tragitto dall’istituto alla sua abitazione la appoggiò sul sedile. Una volta nell’abitazione mi disse di andare in camera, poi venne anche lui. ’A te non faccio nulla ma a quello che hai l’ammazzo’, aggiunse. Si voleva uccidere. Temevo che la usasse contro di sè. ’Mi ammazzo’, disse ancora. Dovevo tornare insieme a lui. Quando uscii mi recai in caserma dai carabinieri: adesso basta, faccio denuncia". Dopo la donna, assistita dallo studio legale Nencini-Granato, è stata sentita sua madre.