Avi.Coop, trovata intesa. Stop a sciopero e presidio

Riaperto il tavolo con l’impegno a un percorso di reindustrializzazione a terzi e un sostegno economico e di giornate lavorative per pagare i lavoratori.

Avi.Coop, trovata intesa. Stop a sciopero e presidio

Avi.Coop, trovata intesa. Stop a sciopero e presidio

Trattativa che riparte, sciopero sospeso. Nessun sit in a Cesena, oggi, davanti alla sede del Gruppo Amadori, dei lavoratori di Avi.Coop. di Monteriggioni e dei sindacati. Affermano in una nota Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil: "Dopo una lunga giornata di trattativa tra le organizzazioni sindacali e Amadori, alla presenza di tutte le istituzioni locali e regionali, è stato riaperto il tavolo con l‘impegno a un percorso di reindustrializzazione a terzi e un sostegno economico e di giornate lavorative per ristorare i lavoratori. Sono sospesi il presidio e lo sciopero. La trattativa è aggiornata al 27 giugno".

Dal canto suo l‘azienda dichiara: "Riprende il dialogo tra le parti e con toni più sereni, in virtù del contributo della Regione. Un segnale importante, di cui siamo contenti. Non parliamo ancora di dettagli, ma intanto prosegue un confronto che per il Gruppo Amadori è stato sempre incentrato sui tavoli istituzionali. La sospensione dello sciopero è un segnale da accogliere con soddisfazione: siamo tornati negli spazi istituzionali entro i quali il confronto deve svolgersi. Tutti gli attori della vicenda, hanno fatto la loro parte".

Ma quali sono i termini del verbale firmato a Firenze? In pratica, come fa sapere la Regione, Amadori ha sì confermato la volontà di cessare l‘attività a Monteriggioni, riconoscendo però le richieste di enti locali e sindacati al termine del confronto, sul delicato tema, convocato dal consigliere per lavoro e crisi aziendali, Valerio Fabiani, presente la vice presidente Stefania Saccardi. A Firenze nche l’azienda, i sindacati, il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini e la Provincia, con il presidente David Bussagli. Ognuno ha firmato un verbale in vista dell‘appuntamento di giovedì 27. Tutto riprenderà, spiega la Regione, dal riconoscimento delle condizioni di fragilità degli avventizi (180 su 200), che nei mesi scorsi hanno lavorato e riscosso un giorno e mezzo di paga alla settimana e che risultano del tutto privi di tutele. Per loro è stata pensata l’erogazione di una mensilità aggiuntiva equivalente a uno stipendio pieno dell’epoca precedente alla crisi della carne di tacchino (all’origine della decisione di chiudere lo stabilimento di Monteriggioni), come ristoro per la contrazione di stipendio subita. Sempre per gli avventizi si prevede per i prossimi 7 mesi il pagamento di 18 giornate lavorative.

Paolo Bartalini