Siena, 1 dicembre 2024 – L’amarcord di Fabio Pisillo, lo sguardo al futuro di ‘nonno’ Alessandro Lepri. L’analisi di Pietro Dinoi sulle cause di lavoro, l’augurio di Nicola Pezone ai giovani avvocati di “fare una carriera importante. La strada – ammonisce – sarà lunga e dura”. Un momento (quasi) intimo quello delle medaglie d’oro per i 40 anni di attività consegnate dall’Ordine degli avvocati ieri in tribunale a Siena.
Spaccato di storia della città per voce di chi è stato protagonista indossando la toga. Occasione per sottolineare l’importanza di questa professione nell’ambito del sistema giudiziario “anche se è molto cambiato – evidenzia il presidente Antonio Ciacci come fanno poi tutti i premiati – sebbene l’obiettivo sia sempre quello di aiutare le persone. Facile dirne male, impossibile farne a meno, seppure l’opinione pubblica spesso ci consideri manzoniani Azzeccagarbugli. O ancora qualcuno che finge di fare i fatti tuoi e si accomoda i suoi. Leggenda. Non nascondo che abbiamo anche noi criticità interne ma rivendico l’importanza e il valore del ruolo”.
E’ in pensione Alessandro Lepri, discendente di una famiglia di avvocati che ammette di aver consegnato “diverse medaglie d’oro”. Civilista, per tre mandati presidente dell’Ordine, svela di aver trovato allo studio atti del 1902-1903 di ricorsi al Regio tribunale delle acque. A Ciacci il compito di presentare la ’dinastia Pisillo’, lo studio che ha festeggiato i 100 anni già nel 2012. E che è stato segnalato, accenna proprio Ciacci, anche nel 2024 (idem nel 2023) tra le eccellenze su scala nazionale nei settori contenzioso civile-arbitrati, contenzioso bancario e finanziario, penale, amministrativo-appalti, nell’ambito della ricerca “Studi Legali dell’anno” condotta da ’Il Sole 24 Ore’. “Quanto tempo ho?”, l’incipit di Fabio Pisillo che svela “le corse di notte allo studio per verificare se aveva commesso errori in un atto”, la capacità di sopportazione di chi da 25 anni lavora con lui, indica la collega Nadia Funari. Il padre morto quando era solo sedicenne, il fratello che gli aveva lasciato volentieri la guida dello studio quando era diventato avvocato. Cita i tanti maestri in tribunale, ricorda alcuni magistrati – da Cappelletti a Suchan, a Luigi Pappalardo che trasferì gli uffici dal Casato all’odierna sede – concludendo con una ’dichiarazione’: “Sono sempre stato innamorato pazzo di questa arte meravigliosa che è l’avvocatura”. Si scopre poi che Nicola Pezone è stato anche ufficiale dell’Arma, fra i premiati inoltre Fernando Brogi di Buonconvento che si occupa soprattutto di materia immobiliare e acquisizioni di aziende, conoscendo oltre all’inglese e al francese anche il romeno. Premiati gli avvocati Francesco Izzo e Giuseppe Greco, quest’ultimo assente. Pietro Dinoi, padre di due figli ora magistrati, ha dedicato la vita al diritto del lavoro. Tratteggia una professione molto cambiata – “Pezone aveva ragione quando suggeriva di far mettere il cartellino agli avvocati, prima eravamo pochi, una famiglia” – e svela che “l’80% delle cause del lavoro riguardano pubblico impiego e previdenza, nel privato non so se si raggiunge il 20%”.
Un futuro radioso si profila per le due toghe d’argento, introdotte da Francesco Maccari, che hanno superato l’esame di abilitazione con i migliori voti nel 2021 e 2022, Pietro Marzotti, figlio d’arte, il papà è l’avvocato Francesco Marzotti, e Sabrina Bertelli, quest’ultima praticante di Lorenzo De Martino.