Siena, 27 ottobre 2024 – "Mi chiamano l’avvocato, nel mondo delle corse. Ma quanto non indosso la toga da oltre venti anni faccio il navigatore. O co-pilota nei rally, come preferiscono alcuni". Sorride Cristian Pollini, 48 anni, originario di Follonica ma a Siena dal 1995, quando iniziò a frequentare la facoltà di Giurisprudenza. Sposato, un figlio di 6 anni battezzato nel Leocorno, Pietro, moglie avvocato anche lei. Pollini non ha mai abbandonato – anzi – la passione per le corse. "Proprio la scorsa settimana ho partecipato al Rally di Sanremo, ultima tappa del Campionato italiano assoluto. Arrivando terzo nella categoria con il debuttante Matteo Corti di Tavarnelle", spiega entusiasta come un adolescente. Brillano gli occhi quando parla di ’salti’ e ’traversi’. Della velocità e del brivido.
Professione avvocato, hobby navigatore. Quando scocca la scintilla?
"Fin da piccolo, in casa ero una mosca bianca. Nessuno amava i motori. A Follonica c’era il Trofeo Maremma, il rumore di quelle macchine m’intrigava e incuriosiva. Forzavo babbo Enzo a portami lì".
La svolta?
"Nel 2002 la prima gara come navigatore a Massa Marittima, in un rally provinciale che ora non c’è più. Ho girato il mondo per partecipare alle gare".
Sentiamo.
"Aspetta. Volevo raccontarti che è stato anche grazie a un giornale che ho potuto iniziare a correre. Lessi di un corso, nel 2001, proprio per navigatori. E uno degli istruttori era il grande Lorenzo Granai, senese. Lo vinsi e come premio mi fecero debuttare. Poi mi iscrissi alla scuderia ’Valdelsa corse’ del compianto Vareno Grassini: da qui è partita una modesta carriera".
Però lunga 22 anni e segnata anche da successi.
"Tanti trofei in varie categorie, la soddisfazione di trionfare come primo assoluto nel 2021 al Rally di Casciana. Poi corse su asfalto e su terra, sia rally moderni che storici. Chiedevi se sono stato all’estero. Di recente in Spagna, ho partecipato al ’Costa Brava’, poi quello delle Asturie. E prima, nel 2019, il mondiale in Sardegna".
Incidenti? Qualche spavento?
"Fanno parte del gioco. Incidenti seri no, dove io ne sono uscito senza andare in ospedale e la macchina meno bene invece sì. Inevitabile con 220 gare all’attivo".
Dove vuole arrivare Pollini?
"Va benissimo così, ho 48 anni. Mi sono tolto già grosse soddisfazioni da dilettante facendo sacrifici, e con me la famiglia. Anche se la moglie mi ha sempre supportato, è stata la prima tifosa. E ora c’è anche mio figlio Pietro".