LAURA VALDESI
Cronaca

Baby bulle a Siena, caccia a foto e filmati delle botte

Lunedì presso lo studio del consulente informatico incaricato dalla procura dei minori accertamenti tecnici sui cellulari sequestrati

Sarà prelevato e analizzato il contenuto dei cellulari delle baby bulle

Siena, 14 maggio 2022 - Il cellulare degli adolescenti è il loro mondo segreto. Il custode di ricordi, rabbia e gioie. Di momenti belli e delusioni, di confidenze fatte alle amiche del cuore perché, magari, gli adulti potrebbero non capire. E’ in questi scrigni che gli investigatori entreranno grazie agli accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi elettronici sequestrati alle baby bulle di Siena indagate dalla procura dei minori per reati che spaziano dagli atti persecutori alle percosse, alle lesioni. A svolgerli sarà il consulente nominato dal pm Filippo Focardi, Stefano Rovida, presso il suo studio a Firenze.

La comunicazione è arrivata negli studi legali (da Betti a Fasanaro, a Maccari, Ierardi, Falaguerra, Pierozzi e D’Andrea) che stanno seguendo il caso della gang ’in rosa’ che prendeva di mira le coetanee, le attirava nel centro storico ma anche in zone periferiche come Taverne d’Arbia, picchiandole. Giù botte, capelli tirati mentre qualcuno filmava la bravata. Che poi finiva sulla chat del gruppo, sovente anche sui social, in particolare Instagram. Dopo il blitz della polizia, all’alba, e lo choc per i genitori, il pm Focardi il 29 aprile scorso aveva sentito a Firenze quattro componenti della gang, compresa quella che viene considerata la leader. Più che un interrogatorio era stata una lavata di testa inattesa, certo molto dura. Volta a far prendere coscienza alle adolescenti che non è normale organizzare aggressioni delle coetanee, neppure assistere senza muovere un dito. O magari mettere un like al video delle botte. Dopo questo passaggio la procura dei minori non ha convocato le altre indagate, preferendo probabilmente analizzare prima il contenuto dei cellulari delle ragazze. Anche se non a tutte è stato sequestrato. Sarà fatta una copia forense di ciò che contengono, con particolare riferimento appunto alla chat delle bulle. Ma anche ad eventuali altri filmati che potrebbero consentire agli investigatori di individuare nuove vittime, così come altre ragazze che si divertivano con comportamenti prevaricatori. Sveleranno il mondo della banda e consentiranno di delineare meglio i ruoli di ciascuna ragazza, più le eventuali responsabilità al di là di quanto già emerso dall’inchiesta della Mobile.

Intanto è iniziata la rieducazione con l’intervento dei servizi sociali e percorsi per recuperare le adolescenti, in alcuni casi svolti con un monitoraggio diretto da parte dei legali. Un colpo di spugna alle compagnie frequentate, maggiore impegno a scuola ma anche, come invoca il procuratore dei minori Antonio Sangermano, un’educazione alla rete e al web che oggi hanno sostituito la strada.