CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Baby gang in rosa, sette telefoni sequestrati. Odio razziale, atti persecutori e minacce

Il contenuto degli smartphone alla Procura dei Minori. Il ’sistema’ svelato anche grazie ad alcune ex componenti della banda

Blitz della polizia, questa volta contro una baby gang di ragazzine

Siena, 24 aprile 2022 -  Almeno sette smartphone sequestrati insieme ad altro materiale come alcuni lap-top trovati nelle abitazioni che sarà esaminato e messo a disposizione della Procura dei Minori di Firenze. È questo il primo bilancio delle dieci perquisizioni fatte scattare venerdì dalla Squadra Mobile di Siena su delega della Procura dei Minori, a carico di altrettante ragazzine, tutte di età compresa fra i 14 e i 15 anni, residenti tra Siena e provincia. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Filippo Focardi, punta a far luce sulla baby gang, tutta al femminile, che dal 27 giugno 2020 fino almeno al 19 febbraio 2022 ha messo a segno dieci aggressioni ai danni di alcune coetanee. Le ipotesi di reato per le componenti della banda sono, a vario titolo, atti persecutori, lesioni, minacce, pubblicazione e diffusione di materiale violento. In un caso quello ai danni di una minore straniera, c’è anche l’ipotesi di atti persecutori aggravati dall’odio razziale.

È stata una delle vittime picchiata in due occasioni a distanza di 7 mesi l’una dall’altra a sporgere denuncia verso una sola componente del branco, insieme ai genitori, e far partire le indagini. Indagini frutto di un lavoro minuzioso della Questura di Siena che ha portato a far emergere molti più casi di aggressione di quelli sospettati: tutte le altre vittime infatti sono state rintracciate e rassicurate dagli investigatori che sono riusciti a rompere il muro di silenzio e paura creatosi intorno alla banda. Incluso quello che impediva di ’scappare’ ad alcune delle stesse componenti diventate, a loro volta, vittime dopo aver manifestato pentimento per l’escalation di violenza. La chiave di volta che ha permesso di allargare l’indagine è stata la testimonianza di una o più ragazzine ’pentite’ che hanno svelato il sistema messo a punto dalla baby gang: provocazioni social e spettacolarizzazione delle violenze. Ma per chi voleva uscire, c’era qualcun’altra che voleva entrare, come dimostra la presenza delle facce ’nuove’ spuntate negli ultimi video pubblicati dalla banda su Instagram.

La Squadra Mobile adesso è al lavoro per capire se i casi siano più di quelli sospettati. A questo serviranno le copie forensi degli smartphone e degli altri elementi che potrebbero guidare la polizia verso nuove vittime. La certezza è che le famiglie delle componenti della banda non provengono da un contesto di particolare difficoltà sociale. Partendo dal web gli investigatori hanno fatto luce su un vero e proprio ’sistema’ utilizzato dalla banda, guidata da una 15enne: le vittime venivano provocate, offese e derise su sociale come Instagram. Poi convocate con una scusa per un chiarimento in luoghi solitamente appartati come l’area industriale dismessa di Taverne D’Arbia oppure nella zona di via della Vecchia , sotto la Fortezza Medicea, da loro ribattezzata il ’ring’.

Qui scattavano botte, schiaffoni, calci e tirate di capelli. Il baby branco si presentava in forze mentre, una di loro, riprendeva tutto con lo smartphone. Pubblicando poi il video sugli stessi social, col risultato di ferire due volte le vittime: prima con i lividi, poi con l’umiliazione-web. I video circolavano anche nella ’storie’ di Instagram e sulla chat di WhtsApp creata dal gruppo e chiamata ’Baby Gang’. Sono stati proprio i video resi pubblici a portare, dopo un paziente lavoro di osservazione, gli investigatori sulla strada giusta.

Claudio Capanni