di Laura Valdesi
SIENA
Neppure due mesi e i genitori, dopo le 7, hanno sentito ancora bussare alla porta di casa. Di nuovo i poliziotti. Questa volta niente perquisizioni, c’erano già state il 6 novembre scorso per gli eccessi di quei figli irrequieti, secondo la procura dei minori dediti a furti e rapine. Capaci di pestare chi aveva solo una colpa, essersi ribellato agli sputi ricevuti senza motivo. E di rubare. Questa volta erano venuti a prenderli per portarli via da casa. Lontano. In comunità. Così ha deciso il gip del tribunale dei minori di Firenze per cinque dei nove indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata appunto a rapine, furti e a lesioni aggravate. Vengono ritenuti pericolosi e capaci di compiere ancora reati. Di qui l’allontanamento dalle famiglie di un senese – mentre per un altro minorenne è stata disposta la permanenza domiciliare in città – , di un giovanissimo di Montalcino, gli altri due abitano a Monteriggioni e Perugia. Sono stati gli uomini della Squadra Mobile coordinata da Riccardo Signorelli e delle Volanti di Fausto Camisa ad eseguire le misure cautelari mentre i genitori avvertivano subito gli avvocati della tegola che si era abbattuta sulla testa dei figli. Che già erano stati interrogati dopo le perquisizioni, mentre la polizia, coordinata dal procuratore dei minori Antonio Sangermano, continua a scavare in pc, tablet e cellulari sequestrati per trovare nuovi elementi a sostegno delle accuse – pesantissime – che vengono mosse. E’ tutt’altro che frequente che si contesti l’associazione a delinquere a minorenni ma la baby gang che aveva reso bollente l’estate dopo il lockdown, esasperando i residenti e diventano l’incubo dei coetanei, aveva premuto troppo sull’acceleratore. E la risposta, invocata anche dalle Contrade dopo un Ferragosto incandescente, non si è fatta attendere. I cinque minorenni sono finiti nei guai per una rapina del 15 agosto in piazza del Mercato ad un giovanissimo contradaiolo, per una che risaliva a due giorni prima, il 13. E poi il furto del borsello ad un adulto in Fortezza, dove a seguito dei controlli pressanti di forze dell’ordine e Municipale, la baby gang si era spostata. Fino all’episodio del pestaggio nei pressi della risalita di San Francesco, che tutti ricordano: la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Una vicenda incredibile. Che ieri ha scatenato le reazioni dei senesi sui social. Tutti d’accordo sul plauso agli investigatori per l’operazione compiuta – e non ancora finita perché restano aspetti ed episodi nel tempo da chiarire con relative responsabilità –, divisi invece sulla durezza della misura. Qualcuno sosteneva che fosse forte, altri si dicevano pienamente soddisfatti. "La giustizia ha fatto il suo corso", sentenziava qualcuno. "La vicenda della baby gang – sottolinea la questura che ha chiamato l’operazione ‘Città libera’ – che dalla fine di maggio a tutto settembre 2020 ha imperversato nelle strade del centro storico aveva spaventato a morte i giovani coetanei, spesso vittime di indebite elargizioni di denaro dietro minaccia".